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Perché vale la pena leggere “Il silenzio è la voce che ho scelto” di Mona Arshi

Mona Arshi, poetessa britannica di origini indiane, firma il suo debutto nella narrativa dopo essersi affermata nel panorama letterario contemporaneo come poetessa. La scelta narrativa del romanzo porta l’impronta di una scrittura che lavora per sottrazione, privilegiando l’essenziale e lasciando che sia il non detto a riempire gli spazi.

«Nella vita che ho condotto finora ho imparato certe cose, alcune di vitale importanza e altre no: … Gesù non sempre ti ama».

La vicenda è quella di Ruby, una bambina cresciuta in una famiglia di migranti punjabi nel Regno Unito. Un giorno, senza fornire spiegazioni a genitori e insegnanti, smette completamente di parlare. Questo silenzio è il filtro attraverso cui osserva il mondo: la quotidianità della casa, la dinamica con la sorella maggiore, le esperienze scolastiche, il senso di estraneità da chi la circonda. Il suo silenzio rimane un dato di fatto, un atto deliberato che cambia radicalmente il modo di percepire e relazionarsi con tutto ciò che le accade intorno.

Il romanzo procede per frammenti brevi e intensi, quasi episodi autonomi che si susseguono senza una progressione narrativa convenzionale. Questa struttura richiama inevitabilmente la poesia: ogni sezione sembra autosufficiente, indipendente, ma nel complesso costruisce un percorso emotivo e narrativo coerente e profondamente coinvolgente. È un testo che lavora più sulle atmosfere rarefatte che sugli eventi drammatici, più sugli spazi vuoti e sui silenzi che sulle spiegazioni didascaliche o sui dialoghi esplicativi.

Tra i temi ricorrenti che attraversano l’intera narrazione emergono con forza le incomprensioni generazionali e culturali, il confronto quotidiano con l’esperienza della migrazione e con un’identità perennemente sospesa tra due mondi apparentemente inconciliabili, la percezione acuta della marginalità sociale e del sentirsi sempre fuori posto.

A questi si aggiunge il tema centrale e più potente: il silenzio come scelta consapevole. Non viene trattato come difetto da correggere o mancanza da colmare, ma come un linguaggio alternativo e legittimo, come una forma di comunicazione che diventa strumento di resistenza silenziosa e di osservazione privilegiata del mondo circostante.

La prosa di Arshi si distingue per una qualità quasi fisica di evocare sensazioni tattili e atmosfere attraverso descrizioni apparentemente semplici ma di grande efficacia evocativa. Le scene domestiche, i paesaggi, restituiti con una precisione che va oltre la mera descrizione realistica.

«Questo dimostra che Dio la maggior parte del tempo dorme e a volte devi provocarlo gentilmente e obbligarlo a rivelare la propria mano».

Il silenzio è la voce che ho scelto è un libro che invita costantemente a sostare e riflettere: nelle pause tra una sezione e l’altra, nelle omissioni, negli spazi bianchi. L’esperienza della lettura diventa una forma di ascolto diverso e profondo, in cui non è importante soltanto ciò che viene esplicitamente detto e narrato, ma anche e soprattutto ciò che resta fuori campo, nel silenzio, appunto.

L’autore

Mona Arshi è nata a West London, dove vive tuttora. Ha lavorato per dieci anni come avvocato per i diritti umani per il gruppo Liberty, prima di conseguire un master in scrittura creativa presso la University of East Anglia e iniziare a scrivere poesie. Con la sua raccolta d’esordio Small Hands vince il Forward Prize nel 2015 e i suoi versi e interviste sono pubblicati su The TimesThe GuardianGranta e The Times of India, oltre che sulla metropolitana di Londra. Il silenzio è la voce che ho scelto è il suo primo romanzo.

“Il silenzio è la voce che ho scelto” di Mona Arshi_Ottoedizioni_ Traduzione di Cristina Cigognini_ Pagine 248_ 18,00 euro. Recensione a cura di Morena Di Giulio per Lib(e)ri di leggere.

Morena Di Giulio

Morena Di Giulio è giornalista pubblicista iscritta all'Ordine del Lazio, blogger e beta reader. Dal 2022 è Redattrice di The Book Advisor, portale dedicato ai libri e alla lettura, dove gestisce la rubrica "Lib(e)ri di Leggere" Scrivimi a [email protected]

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