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“Fantasmi di famiglia” di Maisy Card: recensione libro

“Allora, sei un giamaicano di sessantanove anni di nome Stanford, diminutivo Stan, e una volta hai inscenato la tua stessa morte. Anche se la questione non l’hai mai descritta in questi termini”

Giamaica,1796 – oggi.

Abel Paisley sta morendo, di nuovo. Si perché Abel Paisley è già morto parecchi anni fa, solo che in quel momento tutti hanno pensato che a morire fosse Stanford Solomon.

Inizia così il romanzo d’esordio di Maisy Card. Un romanzo complesso e che ruota intorno al destino delle famiglie di Salomon – Abel. Un viaggio nella Giamaica coloniale che ci mostra tutte le contraddizioni di persone che sognano di emigrare per migliorare la loro miserabile vita.

Schiavismo, stregonerie, fantasmi, miseria. Ma anche riscatto, libertà e brave persone si muovono all’interno del mondo di Card, in un vortice di tempo non lineare e avvolto nella nebbia dei ricordi, che si dipana man mano che prosegue la storia.

Ad aiutarci nel dipanare l groviglio di nomi e storie sarà Debbie Norgood, che avrà tra le mani il diario di un suo antenato: Harold Flower. Harold fu proprietario di una grossa piantagione di canna da zucchero ad Harold Town.

Tutte le storie intrecciate che si incroceranno nel romanzo hanno inizio da solo un nome: Florence, schiava della piantagione giamaicana di Flower. È da lei che inizia e si sviluppa l’albero genealogico. Una discendenza con cui tutti i personaggi dovranno ognuno in modo diverso fare i conti.

Un viaggio nella storia del colonialismo, raccontato senza fronzoli ma anche un meraviglioso racconto di rituali e credenze Giamaicane che non vengono spesso raccontate con altrettanta bravura.

Fantasmi di Famiglia, edizioni Tlon

“Adesso, diciamo che sei una donna morta, sono già sei anni che stai dall’altra parte, e tuo marito ti ha fatto credere di essere morto”.

Il ritmo narrativo è altalenante, lo stile di scrittura (e l’ottima traduzione) si adatta alle caratteristiche dei personaggi, gli analfabeti hanno un linguaggio rozzo, poco chiaro pieno di storpiature nei nomi.

Complesso ma mai banale: complesso come la storia, quella del colonialismo, della schiavitù che ha portato e che non può essere raccontato con leggerezza.

Temi ancora oggi attuali, dal razzismo, alla migrazione. Dalla cultura alle credenze di popoli lontani. Ogni storia, ogni tassello di questo romanzo ruota intorno un perno centrale: quello dell’identità.

Ci ho messo tempo per leggerlo, non è una di quelle letture che scorre da sola e veloce. Probabilmente perché il tema dello schiavismo non è un tema a me familiare. Ma questo è un romanzo che deve avere il suo tempo, va digerito. Ci sono capitoli duri, che fanno male e che aprono gli occhi. Ce ne sono altri che hanno una carica emotiva enorme, che mi hanno fatto pensare, commuovere, empatizzare con gli sfortunati personaggi della storia. E mi sono sentita anche colpevole. Io, pelle bianca e senza consapevolezza di alcune cose, mi sono sentita colpevole, come Debbie.

 “Scorrendo le foto, si ritrovò a visualizzarsi là, in sala da pranzo sotto un lampadario di cristallo, con un vestito di pizzo, mentre i domestici apparecchiavano la tavola. Poi si corresse. Schiavi. Mentre gli schiavi apparecchiavano la tavola. Si sentì in imbarazzo…”

Biografia dell’Autore

Maisy Card : nata a Portmore, in Giamaica, ma cresciuta a New York. Collabora con diverse testate prestigiose tra cui il “The New York Times”. Fantasmi di Famiglia è il suo primo romanzo, vincitore di diversi premi tra cui “American Book Award”

Edizioni Tlonhttps://tlon.it/edizioni-tlon/_ a cura di Lib(e)ri di leggere.

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Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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