Dream Book

“Terramarina” di Tea Ranno: una storia di accoglienza e solidarietà

Alcune parole sono belle, ma belle davvero. Per questo molti le fanno proprie riempiendosi la bocca per farsi grandi dinanzi alla grazia di certi termini. E fanno bene. Perché vivono appieno ciò che raccontano facendosi carico dell’importanza di talune scelte dettate dal cuore, prima ancora che c’entri anche la ragione. Alle parole fanno seguire i fatti e non chiacchiere a vanvera.

Accoglienza, solidarietà, per esempio, sono parole ricche, piene, che non ammettono alterazioni di sorta. Hanno già tutto quello che serve per smuovere le coscienze. Il sentimento è libero, raccoglie a braccia larghe per poi restituirti ciò che, a volte, passa con il silenzio. Ognuno sa quello che fermenta nel proprio animo. La morale degli altri, sempre un po’ spocchiosa, non può nulla di fronte alla vita che sciorina affetti, dispiaceri, peccati e che segna lutti e nascite. Nel volersi bene, amarsi, stringersi nella solidarietà accogliendo chi ha bisogno è l’istinto che ti porta ad essere autentico. E poi, lo percepisci con chiarezza. Occhi negli occhi, verità nella verità. Sentimenti che accendono le scintille che vengono fuori dalla cordata di silenzi che parlano al cuore di ha animo nel cambiare in meglio le cose.

In Terramarina di Tea Ranno conosci l’amurusanza. È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, è molto triste. “Lassitimi sula” dice agli amici che sono la sua famiglia. È il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che le manca più che mai. Anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c’è un maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri. A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una neonata che avrà qualche ora di vita, trovata abbandonata al freddo, ad un angolo di una strada. Luce, così verrà battezzata da Agata e dai suoi amici. In casa della Tabacchera entra la gioia e anche una serie di domande: chi è la donna che è stata capace di abbandonare il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare della picciridda che ha conquistato i cuori di Agata e dei suoi amici?

Il romanzo è una meraviglia. La storia acchiappa il lettore e lo trascina lungo le strade dell’accoglienza, della solidarietà, dell’amore verso gli altri. La scrittura è ammaliante. Tea Ranno padroneggia le parole, lo stile narrativo, la scrittura come pochi. Il suo è talento, puro.  

  

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“Terramarina” di Tea Ranno, edizioni Mondadori.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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