Al buio corrispondono dei precisi stati d’animo, esattamente quelli privi di colore. Nell’anima avverti la notte, uno spazio vuoto che la solitudine ti consegna nella sua integrità senza moine. Vivi anche l’inverno delle idee, manca quel calore che si vorrebbe avere per sentirsi uniti a qualcuno anche come semplice pensiero.
In Ribellarsi alla notte Una storia di Natale di Mimmo Muolo sei a Roma, a dicembre. Poco dopo Natale, dal presepe allestito in una piazza della città, qualcuno ruba la statuetta di Gesù Bambino. Per il parroco, don Eugenio, è un atto gravissimo. Per il commissario Mariotti, invece, è un caso di poco conto di cui deve farsi carico e procedere con le indagini assegnandole all’agente che considera il meno capace di tutti i poliziotti che lavorano per lui. Quando Rocco Gargiulo si mette all’opera, non tralascia nessuna pista e nessuna è davvero convincente. Intanto, dalla finestra del proprio appartamento, Antonio, dodici anni, osserva quello che accade fuori e annota i discorsi che crede di aver colto leggendo il labiale di quanti si avvicinano alla piazza. Gargiulo, parlando con il ragazzino, ha un’intuizione che gli permetterà di ricostruire una verità dalla doppia faccia come il giorno e la notte.
Il romanzo è intenso. La storia porta la bellezza nelle parole di Antonio e il tormento emotivo di tutti gli altri protagonisti del libro. La scrittura è partecipata, viva, chiara. Accende gli animi.
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“Ribellarsi alla notte” di Mimmo Muolo, edizioni Paoline. Dream Book.