I colori accendono la gioia. Illuminano i sorrisi e spengono anche la speranza. Alcuni, usano i colori per far passare idee discriminatorie che sono un pugno alla libertà di essere uguali nella tinta dell’arcobaleno. Tra il pensare e l’essere c’è differenza e taluni meschini l’accentuano questa differenza per creare astio e distanza. Le mentalità becere credono che le cose siano solo o bianche oppure nere.
In Quattro uomini e una stella di Christian De Florio Carlo Tumino entri nella vita di due papà. I protagonisti, che sono gli autori stessi, si sono sposati e sono diventati genitori di due gemelli nati da una maternità surrogata in America. I genitori dei piccoli hanno due personalità diverse, ma combacianti. L’arrivo dei figli ha cambiato la loro priorità e prospettiva di vita, ma l’amore è distribuito a bracciate a tutti in famiglia ed i gemelli ne sono felici. Christian e Carlo si raccontano, fanno conoscere la loro vita, la loro quotidianità, come si sono conosciuti e innamorati. Il sogno della genitorialità è quella stella che accende la loro storia di amore. Ecco, l’amore ha guidato i passi dei due papà e darà l’esempio ai figli perché con ciò che si fa e con le parole si allontanano maldicenza e meschinità. Non si può tornare indietro, essere trogloditi vestiti in giacca e cravatta.
Il libro è autentico. È molto più della storia di una famiglia al maschile. È la lotta al diritto di amare, è la scoperta della via che faccia vedere la verità senza nascondersi o essere denigrati, aggrediti, allontanati. L’unione civile è un grande passo in avanti, ma non basta e non può essere un accontentino per quelle che sono le esigenze di chi vuole una famiglia a tutti gli effetti. La scrittura è semplice, coinvolge il lettore come se fosse lì con i protagonisti a masticare quella quotidianità fatta di conquiste, di sconfitte, di incomprensioni, di complicità. Di amore.
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“Quattro uomini e una stella” di Christian De Florio Carlo Tumino, edizioni Rizzoli. Dream Book.