Capita che la voce possa spegnersi. Diventa marmo incastrata in gola, il suo fiato può spingere contro la barriera dei denti, ma rimane lì. Muta. Una voce così è ferro sino a farsi ruggine per sparire completamente. Succede anche che con la voce se ne vada via persino la forza. Quella che nutre il fisico.
In Paula di Isabel Allende sei la vita di una madre che soffia e scrive la sua esistenza per dare respiro alla figlia. È la storia autobiografica della scrittrice al capezzale di Paula, la primogenita, in coma irreversibile causato da una gravissima malattia che la colpisce a vent’anni. Isabel cerca in tutti i modi di mantenerla in vita o l’accompagna dolcemente verso la fine, fatto sta che attraverso la scrittura intende soggiogare o distrarre la morte che, è certa, verrà a prendere la sua Paula. Di fronte un dolore così enorme cerca di mantenersi in piedi scrivendo della sua famiglia, dei suoi amori, dei suoi viaggi, della sua speranza, di ciò che ha patito e di quello che ha goduto. Ricorda ogni cosa e lo mette per iscritto perché non c’è separazione definitiva se vive il ricordo.
Paula è un libro di straordinaria bellezza emotiva. Isabel Allende mescola la freschezza del suo stile narrativo con l’umanità che passa attraverso l’inchiostro. Dice addio alla figlia come donna per darle vita e benvenuto come spirito in una scrittura vera, autentica, sincera, meravigliosamente bella.
“Paula” di Isabel Allende, edizioni Feltrinelli. Dream Book.