Sì e no. Vivere solo di sì oppure di no, non va bene. Ci sono situazioni che necessitano un chiaro e tondo no mentre sulle labbra si affaccia un timido si, e viceversa. Con una risposta affermativa o negativa, quella che in realtà non si vorrebbe dare, allontaniamo vergogna ed imbarazzo. E questo non sta bene.
In Oliva Denaro di Viola Ardone sei il legno degli zoccoli che fa rumore ad un sì imposto e ad ogni no voluto. Corri a “scattafiato” ai vaneggiamenti dell’età, a dare forma alle nuvole, ai sogni. Finisci anche tumulata in casa a percorrere i pensieri di Oliva, tanti di passi ne fa pochi, tanto quanto basta per essere notata e disonorata. È il 1960. A Martorana, in Sicilia, Oliva non è più una bambina. Ha quindici anni e le cose che faceva prima non le può più fare, comprende quanto pesano gli sguardi su di sè. Deve difendersi dai maschi per arrivare integra al matrimonio. Quando esce, casa e chiesa, è sempre accompagnata. Poi, uno sguardo ed il succo di un’arancia e la corsa verso i no che sceglie da sola gli costeranno cari agli occhi della gente, ma la sua dignità resta intatta e sarà libera.
Formidabile. Il romanzo è di una bellezza travolgente. La scrittura è piena, accogliente. Ti seduce e ti lascia stremato perché incassi tanti di quei concetti e significati che non puoi lasciarli scivolare come se niente fosse. Finisci in una rete sociale fatta di abusi, di prepotenza, di antiche regole e di nuovi ideali. Vuoi imprimere in testa ogni parola, ogni passo, per portarti dietro un romanzo appassionante. Lasciarlo, dopo averlo finito di leggere, è difficile. Allora, corri dinanzi allo specchio e vedi se nei tuoi occhi c’è anche un po’ di Oliva. L’anima lo sa già, senza consulti.
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“Oliva Denaro” di Viola Ardone, edizioni Einaudi. Dream Book.