La ricchezza serve a poco se non la sai gestire. Può andare in fumo, sbriciolarsi, perdere valore. Fare soldi, diventando potenti, non è da tutti. Occorrono diverse qualità, in primis una mente brillante. Le idee visionarie e lungimiranti sono la base per garantirsi qualcosa di importante, anche se si ha le tasche vuote. È da lì che poi, con la determinazione, si può arrivare lontano addirittura dove la fantasia non ha conosciuto spazi.
In Malastrada di Ugo Barbàra conosci la storia della famiglia Montalto. Alla fine dell’Ottocento l’impero dei Montalto si estende dall’America all’Europa. I loro commerci fioriscono, le loro navi collegano le sponde dell’Atlantico e il loro vino è sulle tavole più prestigiose. Prima di lasciare New York, Rosaria Battaglia affida ai figli Leonardo e Paolo la guida della banca di cui è stata la prima donna presidente. Rosaria torna a Castellammare con la figlia Benedetta: sarà lei, un giorno, a prendere le redini del ramo siciliano della famiglia. La ragazza, giovane, bella ed emancipata, si innamora di Ignazio Rizzo, che con il padre Vincenzo ha gestito la ricchezza dei Montalto. Ma quell’amore travolgente non deve andare oltre, di mezzo c’è un patrimonio notevole e lavoro per molti. In America, invece, la gestione attenta di Leonardo ed il suo costante impegno cozzano con la sregolatezza del fratello Paolo. Le cose si metteranno male. Ognuno della famiglia dovrà stare attento anche al sangue del proprio sangue.
Il romanzo è travolgente. La storia, pur corposa nel numero di pagine, è così appassionante ed appassionata che il lettore non quantifica né ore né capitoli impiegate per leggerli. È completamente soggiogato dalla narrazione. Lo scrittore, con il sequel della saga dei Malarazza, conferma, cosa molto difficile che accada e succede solo ai migliori, di essere un vero talento.
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