Il pericolo è un nemico. Lo affronti oppure soccombi. Quando lo vivi non hai scelta. Se annusi le prime avvisaglie di rischio cerchi di salvarti e di salvare il possibile, altrimenti sei costretto a decidere all’istante cosa fare, sempre se ne hai la possibilità. Stare all’erta, essere diffidenti e cauti sono cose che servono quando sai da dove viene la minaccia e non è detto che tutto vada per il verso giusto.
In L’ultima crociera di Chiara Clini sei l’auditorium di diverse voci. Londra, 1940. Jacopo Abramo Errera, giovane ebreo veneziano, ha abbandonato L’Italia per sfuggire alle retate del governo fascista. Dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini, il governo inglese lo etichetta come nemico e collaboratore del regime. Churchill, nel Regno Unito, ha ordinato di rastrellare italiani, tedeschi e austriaci senza distinzione. Così dopo un periodo di prigionia, oltre mille uomini vengono imbarcati sull’Arandora Star, una nave da crociera pronta a dirigersi oltreoceano per allontanare la minaccia. Harriet fa parte della commissione incaricata di giudicare gli “stranieri nemici”. Ha partecipato all’interrogatorio di Jacopo e nei suoi occhi ha letto l’innocenza, oltre che l’anima di un uomo buono e sincero. Se ne è innamorata subito, e vuole salvarlo. Wolgang è un marinaio dell’U-boot che punta i siluri contro la Arandora Star. Pensa che il suo comandante si sia trasformato in un folle capitano. Il destino dei tre protagonisti si sovrappone.
Il romanzo storico è profondo, commovente. La narrazione, a più voci, crea una forte folata di sentimenti che il lettore teme di non gestire. Cambia il protagonista, ma l’essenza delle emozioni è identica, impattante, dà voce a voce. La scrittura è matura.
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“L’ultima crociera” di Chiara Clini, edizioni Piemme. Dream Book.