Non avere una storia, un passato, è come essere privi di identità. Naviganti con un approdo, ma senza un inizio. Il punto di partenza, quello più importante, si ignora. Segue una rotta, certo, in quanto la si sceglie sulla base di ciò che si deve e si sente di fare e non su ciò che si è. Se si ignorano le proprie origini, il filo che ti ha portato alla vita, è più difficile mettersi in piedi. La paura, la rabbia, la delusione, la frustrazione, accompagnano il percorso di quanti hanno dovuto rimboccarsi le maniche da soli.
Essere orfani è un conto, non conoscere la propria storia è un altro. Arriva sempre un momento in cui ti viene chiesto chi sei partendo dalla nascita. Quando non lo sai cerchi le parole giuste perché la vergogna ha il sopravvento ti senti mortificato. La realtà è faticosa, arrivare alla verità lo è ancora di più. Non si è mai preparati per accettare determinati fatti, anche se li hai voluti sentire e scoprire da sempre. Porsi delle domande è fondamentale, conoscere le risposte è vitale. In quegli istanti lì, con la verità tra le mani, sei a casa e sai chi sei.
In La ragazza senza radici di Cristina Caboni conosci la frustrazione dell’abbandono e la forsennata ricerca della verità. Miranda è un’anziana donna, vive in Liguria. È ricca ed aristocratica. Produce vino, pregiato. Ha dovuto far ripartire la sua vita dalle vigne per trovare un po’ di pace, sino a quando il passato non le piomba addosso. Va a Nizza, agli archivi del comune, per avere informazioni su suo figlio che credeva morto alla nascita. Si interfaccia con Adeline che legge negli occhi della donna tutta l’emozione e la disperazione nel sapere dove possa essere. È certa di averlo visto, ormai da adulto, ma non ha fatto in tempo a fermarlo. Adeline è orfana, non conosce il suo passato. È molto brava nel suo lavoro e decide di aiutare Miranda.
Il romanzo è di una rara bellezza. Parla di sentimenti, di vuoti, di paure, di abbandono e della forza per cercare ciò che ci spetta di diritto. Ad alcune cose non si può voltare le spalle, fregarsene. La storia è emozionante. La scrittura è delicata, ne senti la bellezza quasi quanto un vino che bisogna lasciar decantare prima di degustarlo.
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“La ragazza senza radici” di Cristina Caboni, edizioni Garzanti. Dream Book.