La coscienza apre argini inaspettati. Se ce l’hai e sai ascoltarla ti sentirai in pace con te stesso. Hai fatto ciò che dovevi stando dalla parte giusta. Puoi imbatterti in qualcosa di spiacevole, di grave, di pericoloso e di ingiusto, in coscienza saprai cosa fare. Qualcuno pagherà la sua colpa, in ritardo e magari affibbiata a qualcun altro, aprendo scenari rimasti segreti a lungo. Alcune situazioni sono rivestite di così tanto grasso, quasi a nascondere la verità, che, pur pulendo a fondo, resta un minimo di sporco come se fosse un conto lasciato in sospeso.
In La più bella di sempre di Cosimo Buccarella sei i passi di un gruppo di ragazzi che vogliono salvare un loro amico accusato, ingiustamente, di omicidio. Salento, 1943. Gli inglesi hanno occupato la Puglia. Paolo Congedo, insegnante, si è dovuto trasferire nella casa al mare dopo che i bombardamenti hanno danneggiato la sua abitazione, a Nardò. Gli inglesi lo hanno scelto come Mayor di un campo per profughi jugoslavi prima, ed ebrei poi. Dopo qualche anno, cinque ragazzi trascinano l’insegnante nell’indagine sull’omicidio di un rifugiato. I giovani sono convinti che il loro amico sia innocente e sono ostinati a scagionarlo. Ma sarà una spia, una rifugiata, ad essere determinante nel piano organizzato dal gruppo.
Il romanzo è un fiume in piena di emozioni. La storia è intrigante. La narrazione, un po’ troppo corposa, restituisce al lettore il gusto della curiosità. La scrittura è sciolta, fresca.
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“La più bella di sempre” di Cosimo Buccarella, edizioni Corbaccio. Dream Book.