Dream Book

“La gentile” di Roberta Lepri: una storia in bilico tra amore e odio

È brutta l’illusione. Ti fa salire in alto e poi si polverizza. Resti attaccato a qualcosa di evanescente, che ha la forma dei sogni, alimentando la speranza che tu possa ottenere ciò che desideri. L’illusione ti arpiona, con un colpo secco. Quando finisci nella sua seducente sfera diventi scemo di gioia. Una felicità che tieni a bada, nascosta, soffocata. Sei geloso dei pensieri generati dall’illusione. Pensi che le idee che metti in piedi possa rubarle qualcuno. Le accudisci.

L’illusione ti fa andare avanti, stringi i denti nell’attesa che le cose possano cambiare. Vedi la luce quando la quotidianità è senza colori. Poi, succede quello che non volevi. L’illusione si sfarina. Resti di sasso, con l’infelicità negli occhi e nel cuore. Lo schiaffo della realtà arriva pesante, inaspettato. Non guarda in faccia nessuno, se ne fotte della tristezza della gente. Si spezza qualcosa nella visione della vita. È come se chiudessi una porta che lasci sbarrata per sempre. Impari la lezione. L’aspirazione senza alcuna storia ti ha tradito e, la prossima volta, non ti lasci fregare facilmente.

In La gentile di Roberta Lepri entri in una storia in bilico tra amore e odio. Città di Castello, inizi del ’900. Ester è brutta, bassa, senza tette. A dirglielo è la madre che per lei nutre un forte astio. Come la guarda appena appena le si accende un fuoco perché Ester non le va bene in niente. La madre, nei suoi confronti, sfiata solo rabbia. La figlia per lei è solo uno scarto, la creatura venuta male. Tutti conoscono il segreto della famiglia di Ester, giudei convertiti. Ester era ebrea a partire dal nome e deve pregare in mezzo ai cristiani. È una gentile, non appartiene alla religione ebraica. In città arriva la ricca americana Alice Hallgarten, sposa del barone Leopoldo Franchetti. La nobildonna convince il marito a finanziare la costruzione di una scuola per i figli dei contadini. La storia di Alice si intreccia con quella di Ester, povera, senza istruzione e gentile. Poi, la foschia.

Il romanzo ha una forza incredibile. La storia è appassionante, si nutre di un innesto di diversi temi che rendono il racconto amabile. La scrittura non inciampa in nulla perché si regge su un impianto maturo di capacità narrativa e stilistica.

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“La gentile” di Roberta Lepri, edizioni Voland.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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