“La cura dell’acqua salata” di Antonella Ossorio: recensione libro

La  lingua della nostalgia prende il petto. È fatta di silenzi, di sospiri, di annacquamento di occhi e di anima. Quando ti immalinconisci diventi fiacco, apatico, senza spirito. Ti struggi e non ti riconosci perché ti manca qualcosa. In quell’assenza non riesci a metterci niente di nuovo, non puoi scambiare tutto con ciò che è stato importante, per te.

Le cose belle, fatte di profumi, di albe, di colori, di voci, non si dimenticano e se non ce l’hai più ti restano negli occhi, nelle narici, nella testa, nel cuore. Bastano un istante, un dettaglio, uno scompiglio emotivo, per ricordare e prendersi la nostalgia. In quei momenti lì, ti isoli, ti incupisci, perdi vigore e forza. Allora, hai bisogno di una cura, di qualcosa che possa farti sentire il vento della vita. Cerchi, così, quello che ti farebbe star bene, che ti potrebbe calmare, metterti in pace anche se poi la nostalgia ritorna, quando vuole e senza bussare.

In La cura dell’acqua salata di Antonella Ossorio finisci nei tormenti di più vite. In Galizia, nel 1730, Brais Barreiro è un giovane orafo. Ha talento e fama. Quando realizza una collana d’oro con un pendente, un gioiello molto prezioso, le cose e le sensazioni per lui cambiano. Brais è costretto a fuggire, si imbarca su una nave, cambia nome e approda a Napoli. Nella città partenopea, dal giorno della fuga, comprenderà la vera natura della collana nel cui pendente si concentra un oscuro potere che si può rivelare una pura maledizione sulla storia della famiglia dell’orafo, anche di quelle a venire.

Il romanzo è straordinario. La storia incanta il lettore, lo conquista come una malia. La narrazione cammina talmente spedita e in modo superbo che non riesci a staccare gli occhi dalle pagine. Sei dentro le parole, ti fai tu stesso inchiostro per non perdere nulla. Il racconto si snoda in due momenti temporali diversi che ne rafforzano la narrazione. La scrittura è impeccabile.

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“La cura dell’acqua salata” di Antonella Ossorio, edizioni Neri Pozza. Dream Book.