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“Il sentiero selvatico” di Matteo Righetto: pregiudizi e stregonerie

Alcuni segnali deformano la realtà. Attraversano le lingue di chi impasta la fantasia con la superstizione. Si mischiano anche alle dicerie lasciando profondi solchi di vacua suggestione e innescano tumulti che sfociano nei remoti confini tra credenze e verità. Certi segnali sono un po’ come le scarpe rotte. Ti accorgi di essi solo quando ti infastidiscono il passo, la vista. Ti rovinano l’oggi e imbrattano il domani.

C’è gente che in taluni indizi legge qualcosa di strano, di antico, di evanescente storia popolare. Il tempo si apre e ritorna per dare fiamma alle chiacchiere, vacanti avamposti di paure lontane. In alcuni segni si stringe la convinzione che la severità del soprannaturale, o del male, sia il frutto di certi nomi, senza distinzione di età. Tutti possono cambiare pelle, da un momento all’altro. E questo inclina i pensieri di coloro che si lasciano condizionare da chicchessia e da qualunque cosa che non riescono a spiegarsi. Tirare addosso agli altri le malelingue significa raggomitolarsi troppo nei propri timori. Chi finisce nel mirino dei fanatici creduloni ha bisogno d’aria, di trovare un posto tutto suo nel quale sentirsi a casa, protetto, al sicuro.

In Il sentiero selvatico di Matteo Righetto senti la distanza che avvolge Tina. Ha dieci anni quando, nel mezzo della liturgia in chiesa, il Giorno dei Morti, sparisce nel nulla. Da più di un mese nel suo paesino, ai piedi delle Dolomiti, piove senza sosta. Tutti la cercano, in una notte di tempesta, ma nessuno la trova. La mattina seguente, la bambina riappare da sola e cessa anche la pioggia. In poco tempo, per il paese intero, la piccola è la strìa, la strega, che è stata rapita dai morti e che ha conosciuto il diavolo. Tina, per allontanarsi da quelle voci e da quelle distanze, se ne va per i boschi. Lì trova pace, rifugio e sicurezza.

Il romanzo è intenso. La narrazione ha un bel ritmo. La storia è pregna di un fascino ammaliante. La scrittura è senza filtri, pulita. Si muove sino a conquistare la parte più intima del lettore.  

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“Il sentiero selvatico” di Matteo Righetto, edizioni Feltrinelli.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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