Marcire dentro e non parlare. Avere sempre addosso la paura di essere visti come spie maschera anche l’idealismo che si è nutrito per una pazzia d’amore e di giustizia. Nel fango che si è ingoiato c’è anche l’inganno. Fare il doppio gioco è una partita pericolosa, più ci si nasconde per salvarsi la pelle e più si lasciano tracce se qualcuno ha il fiuto da criminale.
In I patrioti di Sana Krasikov entri nella vita di Florence Fein, una ragazza americana e nipote di una donna russa. Florence, negli anni della Grande Depressione, lascia New York. La disgusta la contrattazione degli Stati Uniti e con il sogno socialista e la promessa di un amore si trasferisce nella terra degli zar. Ciò che trova al suo arrivo non è come l’aveva immaginato. Il regime, sempre più opprimente, le sbarra le aspettative e la blocca in Russia sino a quando non riesce ad emigrare in America. La sua vita l’ha tenuta nascosta, come molti suoi segreti. Il figlio vuole scoprire la verità.
Il romanzo è bellissimo. La narrazione è incalzante. Alcune parti, anche se possono risultare pesanti, sono talmente minuziose nel racconto che il lettore non lascia la presa. Il romanzo è strutturato su due piani temporali distinti che evidenziano, con maggiore forza, ciò che hanno vissuto le tre generazioni raccontate e strette nella morsa della Storia in equilibrio fra due nazioni. La scrittura di Sana Krasikov, esordiente, è efficace, piena, indimenticabile.
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