Si sbaglia, nella vita. Si recupera oppure si persevera. Comprendere la portata dei propri errori è un buon punto di partenza per cambiare. Riuscirci significa aggiustare le cose, orientarsi verso la consapevolezza che nulla è semplice anche quando apparentemente le situazioni sembrano favorevoli. Una cosa è certa, non si può tonare indietro. Quel che è fatto è fatto. Gli errori restano.
In Forse un altro di Michele Zatta avverti la vita nella sua fragilità, soprattutto quando alcune ossessioni tolgono il respiro. È un attimo. Coraggio, destino, amore, morte, tutto perde senso e sostanza per Mike, un ragazzo che entra in una bolla dalla quale non ha più valore la cognizione di se stesso. La visione dell’esistenza, chiusa nei propri errori, può sgualcirsi per un eccessivo incaponimento per rimediare a sbagli che non si riesce ad accettare.
Il romanzo è singolare, atipico. La storia, intrisa di acuta ironia, sprigiona una serie di riflessioni che il lettore coglie in modo chiaro. La prosa, in alcuni punti, è come se si inceppasse perché la scrittura è fuori dal comune, insolita. A primo impatto, la narrazione appare sganciata dal fluido stile classico. È solo impressione. Nulla è come appare.
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“Forse un altro” di Michele Zatta, edizioni Arkadia. Dream Book.