Dream Book

“Figlie del mare” di Mary Lynn Bracht: recensione libro

Sopravvivere alla violenza, alle torture, alla brutalità degli uomini, significa avere una forza straordinaria. Il fisico può essere martoriato in modo indicibile, eppure si cicatrizza pur conservando per sempre le ferite quasi fossero un manifesto strappato in più punti.

Ma è l’anima a soffrire di più. Quella parte nascosta in cui si chiudono i ricordi, per sopravvivere, in cui si finisce dentro per scappare dall’orrore. Quando sei vittima dell’efferatezza di uomini che si comportano come mostri, perché di umano hanno solo le fattezze, pensi che salvarti sia il punto di tutto. In verità, in quei momenti crudeli, vorresti solo morire per non sopportare altro. Succede anche che, superato il dolore fisico della violenza, annulli una parte della mente per nasconderti in quella fessura in cui hai lasciato le cose belle. Se non sono state polverizzate dal vuoto che senti e che si crea dentro, metti piede lì per dirti che sei ancora viva. I ricordi, la famiglia, la speranza, diventano l’appiglio a cui ti aggrappi, sfinita, per un battito in più. Sono la forza a cui dai un nome, quello degli affetti. Nella mente li chiami, li senti, li focalizzi per bene nei frame dell’esistenza spensierata, normale. È difficile controllare la mente in atrocità terribili, ma la forza la si trova nella parola casa che diventa un mantra per uscire con le tue stesse gambe dall’orrore. Certo, devi averne tanta per salvarti, più di quanto tu possa davvero immaginare. Tutto dopo sarà diverso, ma la fessura in cui hai trovato rifugio sarà mente aperta. Accoglierai solo quello che ti farà star bene.

In Figlie del mare di Mary Lynn Bracht senti tutto il dolore, la sofferenza e la forza di continuare a vivere di due sorelle. Nate e cresciute sotto il dominio giapponese saranno separate da eventi tragici. Siamo in Corea nel 1943. Hana, la sorella maggiore, come la madre e prima ancora sua nonna, come le altre donne del villaggio si immerge nell’oceano per pescare. È un lavoro che fanno solo le donne. Un giorno Hana, dopo essere riemersa dalla profondità dell’acqua, intravede sulla spiaggia un soldato giapponese. Nascosta da una roccia per ripararsi dal sole, sua sorella più piccola Emi non si accorge di nulla. In quel momento la vita delle due cambierà per sempre.

Il romanzo è di un impatto emotivo molto forte. La scrittura è delicata, incisiva. Il lettore sente sulla sua pelle il dolore patito dalle sorelle che hanno visto e subito atrocità indicibili. Prende fiato e immergendosi nella prosa per non lasciare al vento ciò che rende forti le donne.

“Figlie del mare” di Mary Lynn Bracht, edizioni Longanesi. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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