Puoi andare avanti, ignorare il passato, convincerti che sei forte abbastanza da scomporre la vita in sogni e realtà. Metti un punto e continui. Un punto di partenza per non fare passi indietro.
Far scendere il buio per una manciata di serenità
Fare i conti con ciò che non torna
Nei Bufali in marcia al mattatoio di Ahmel Echevarría fai i conti con ciò che non torna. Con la paura che storpia e costruisce muri. C’è la paura che spara e colpisce la speranza. Non senti la vita così com’è. A volte la disprezzi, la idealizzi, la stracci quasi fosse un foglietto da buttare. E Ismael, il protagonista, butta via molte ore della sua sua quotidianità per dimenticare, superare o accettare quello che gli torna in mente nel faccia a faccia con il passato. Presente e passato in un’unica visione. Prendere o lasciare. Lui è un ex soldato con una vita da rimettere in piedi con la vista a metà. È guercio ed è in marcia verso una strada in cui tutto è confusione, disordine. Ha poche certezze: le birre, la droga, le donne ed i ricordi. Ma ora impugna una penna per scaricare la paura.
Crudo, nervoso, lo stile narrativo dello scrittore. Non c’è spazio per l’immaginazione. Tutto è nero su bianco senza filtri tanto da entrare nel racconto con una forza tale da non riuscire a spostarsi di un millimetro dalla storia. Sei nell’occhio di Ismael e sprofondi nel relitto di una sottospecie di vita al margine.
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“Bufali in marcia al mattatoio” di Ahmel Echevarría, Edizioni Efesto. Dream Book.