Puoi andare avanti, ignorare il passato, convincerti che sei forte abbastanza da scomporre la vita in sogni e realtà. Metti un punto e continui. Un punto di partenza per non fare passi indietro.
Far scendere il buio per una manciata di serenità
Quelli che hanno la voce dei ricordi che tornano anche quando pensi di aver passato una mano di notte sui pensieri oscurando ciò che è stato. Fai scendere il buio per una manciata di serenità, ma è soprattutto nelle ore silenziose che si fanno fiato corto e sudore. E sono i ricordi che ti fanno male perché puntellano nella tua mente quelli che non avresti voluto vedere, vivere, subire. Non importa se direttamente o indirettamente, quei ricordi ti si conficcano nella carne e devi esorcizzarli per riprendere sonno leggero, tranquillo. Eppure, i frammenti di quei ricordi ti si parano davanti anche ad occhi aperti, alla luce del sole, per un’associazione di idee o per una imprevista fragilità d’animo. Di quella scrittura fantasma puoi anche farne un percorso di vita. Uno nuovo, senza ostilità per il passato, senza bugie da raccontarti per anestetizzare il dolore che hai dentro. Così vai avanti e metti in piedi un piano per non essere risucchiato dalla paura, dalla pena.
Fare i conti con ciò che non torna
Nei Bufali in marcia al mattatoio di Ahmel Echevarría fai i conti con ciò che non torna. Con la paura che storpia e costruisce muri. C’è la paura che spara e colpisce la speranza. Non senti la vita così com’è. A volte la disprezzi, la idealizzi, la stracci quasi fosse un foglietto da buttare. E Ismael, il protagonista, butta via molte ore della sua sua quotidianità per dimenticare, superare o accettare quello che gli torna in mente nel faccia a faccia con il passato. Presente e passato in un’unica visione. Prendere o lasciare. Lui è un ex soldato con una vita da rimettere in piedi con la vista a metà. È guercio ed è in marcia verso una strada in cui tutto è confusione, disordine. Ha poche certezze: le birre, la droga, le donne ed i ricordi. Ma ora impugna una penna per scaricare la paura.
Crudo, nervoso, lo stile narrativo dello scrittore. Non c’è spazio per l’immaginazione. Tutto è nero su bianco senza filtri tanto da entrare nel racconto con una forza tale da non riuscire a spostarsi di un millimetro dalla storia. Sei nell’occhio di Ismael e sprofondi nel relitto di una sottospecie di vita al margine.
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“Bufali in marcia al mattatoio” di Ahmel Echevarría, Edizioni Efesto. Dream Book.