A Garamond Type

“Tutti su questo treno sono sospetti” di Benjamin Stevenson: recensione libro

L’incipit di TUTTI SU QUESTO TRENO SONO SOSPETTI, il nuovo appassionante giallo di Benjamin Stevenson, può suonare come una minaccia: «Ebbene sì, mi sono rimesso a scrivere. Una buona notizia, presumo, per quelli che speravano in un secondo libro. Meno per chi ha dovuto morire per fornirmi una trama». Non per me, che più o meno un anno fa ho recensito il primo, per me folgorante, libro con protagonista Ernest Cunningham, TUTTI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO UCCISO QUALCUNO, del quale ho ritrovato il ritmo e la capacità di sorprendere, tipici di uno stand-up comedian quale è l’autore.

Uno scrittore di gialli è l’assassino perfetto?

L’alter ego di Stevenson narrava in prima persona una serie di omicidi che avevano coinvolto la sua famiglia in un resort di montagna. Lo ritroviamo, affetto da sindrome del sopravvissuto nonché dell’impostore, invitato alla cinquantesima edizione del Festival Australiano del Giallo sul super lussuoso treno Ghan (il riferimento ad Agatha Christie e al suo Orient Express è indubbio) con altri cinque, diversissimi scrittori di crime, che viaggiano insieme da Darwin ad Adelaide. Qui spera di trovare la tanto agognata ispirazione per il nuovo libro, per il quale ha già ricevuto un congruo anticipo. La prima sera uno di loro muore e gli altri, impegnati da sempre e per sempre a inventare e narrare l’omicidio perfetto, sono potenzialmente in grado di capire cosa è successo. La domanda però è: uno scrittore di gialli può essere anche l’assassino perfetto? 

Metanarrazione ironica

Come in un Sudoku puzzle, tutti gli indizi sono snocciolati via via (ad esempio, si sa che il nome dell’omicida, declinato in tutte le maniere, viene citato 106 volte) e le tessere si incastrano perfettamente in un lavoro di squadra, una squadra che comprende il lettore, nella corsa in treno verso il finale stupefacente.

La storia è anche molto, molto divertente (pure in questo libro come nel precedente c’è un capitolo memorabile, il 20), in una metanarrazione ironica in cui tutto viene raccontato e commentato da Ernest «a tu per tu. … non intendo nascondervi niente. In questo giallo si gioca a carte scoperte. Dunque mi impegno a essere quella rara eccezione dei polizieschi moderni: un narratore affidabile. Ogni volta che dirò qualcosa, potete star certi che sarà la verità. Niente trucchi».

L’importanza del lettore

Questo patto con il lettore viene rispettato in pieno, perché per Stevenson chi  scrive è meno importante di chi legge, ossia «tutte le persone che ampliano e arricchiscono e illuminano le tue parole reinterpretandole, ricordandole, rivivendole. … il lavoro collettivo dei forum su internet. … Un libro non è un libro finché non viene letto.» Perché «non è chi scrive a decidere della storia: è chi legge. Le parole su una pagina non sono definitive finché non arriva un lettore»

Il mondo dell’editoria (e la “famosa” recensione)

Tra le righe, ma neanche tanto “tra”, molti i riferimenti al mondo dell’editoria, con i suoi pettegolezzi e segreti, rancori e gelosie. Questo e il precedente libro possono essere letti anche in modo non sequenziale, personalmente però ne suggerisco la lettura in ordine cronologico.

E sì, troverete davvero su goodreads.com la recensione a una stelletta di Henry McTavish, ho controllato.

(traduzione di Elena Cantoni)

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Tutti su questo treno sono sospetti” di Benjamin StevensonFeltrinelli Editore. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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