Libri in pillole

“Guerre interne” di Joseph Zárate: recensione libro

Nell’immaginario collettivo quando si parla di guerra si pensa immediatamente ai conflitti armati, in cui due schieramenti opposti si fronteggiano per la conquista di un territorio. Ma ci sono anche altri tipi di guerre, che non si combattono con le armi, che tuttavia risultano ugualmente sanguinose. Come quelle delle comunità indigene del Perù, costrette loro malgrado a fronteggiare l’avanzata del cosiddetto progresso per preservare il loro territorio, la loro identità, i loro diritti umani.

“Sulle mappe ufficiali la realtà dell’Amazzonia non compare – mi ha spiegato via Skype il geografo Salisbury -. Le comunità native non sono considerate dalla cartografia ufficiale. E i popoli che non risultano su quelle mappe sono i più colpiti dal taglio illegale e dalla violazione dei loro diritti. A Saweto, reclamando la proprietà della terra e creando una cartografia si proteggeva la comunità, con il suo bosco e tutto ciò che contiene. Le compagnie del legname non avrebbero più potuto fare quel che volevano indiscriminatamente. Chota alterava lo status quo. Ecco perché lo volevano morto”.

                                                  Edwin Chota

Guerre interne di Joseph Zárate ci porta alla scoperta di tre storie che mettono al centro dell’attenzione la lotta in cui sono impegnati i nativi latinoamericani contro le sopraffazioni dei potenti. Conosciamo quindi Edwin Chota, giovane attivista che abbandona Lima per diventare il leader degli ashaninka e contrastare il disboscamento illegale di Saweto per mano di organizzazioni mafiose. Máxima Acuña, una contadina delle Ande peruviane che prova a opporsi all’espropriazione coatta delle sue terre voluta dalla potente compagnia mineraria Yanococha, che ambisce a controllare l’intero territorio per costruire una miniera per l’estrazione dell’oro. Osman Cuñachí, bambino simbolo della battaglia della comunità awajún contro la Petroperú, compagnia petrolifera colpevole di un disastro ambientale che ha devastato la vita di un intero villaggio a causa dello sversamento di greggio che ha inquinato e reso inutilizzabile il fiume Chiriaco, dove gli indigeni erano soliti pescare e nuotare.

Máxima Acuña

“Secondo la versione di Yanacocha, è  un’usurpatrice di terre. Per migliaia di attivisti e contadini di Cajamarca è la Signora della Laguna Azul, come hanno cominciato a chiamarla quando la sua resistenza è diventata popolare. La vecchia metafora di Davide contro Golia è stata inevitabile: era la parola di una contadina delle Ande contro quella della compagnia estrattrice d’oro più potente di tutta l’America Latina”.

“Il pomeriggio in cui si è sporcato con il petrolio, Osman Cuñachí si stava allenando a calciare le punizioni insieme al suo amico quando due ingegneri della Petroperú, la compagnia statale più florida del Paese, sono arrivati a Nazareth su un fuoristrada bianco 4X4. Sin dal mattino un vapore acido si propagava dalle rive del fiume Chiriaco e si insinuava nelle capanne di legno come un’invisibile nuvola di benzina. Una spaccatura di undici centimetri in un tratto corroso dell’Oleodotto Nordperuviano – un serpente d’acciaio che trasporta petrolio dalla foresta alla costa per più di ottocento chilometri – aveva rovesciato in un vicino ruscello una quantità di petrolio sufficiente a riempire quasi mezza piscina olimpionica”.

Osman Cuñachí

Tre storie dure, difficili da digerire, a metà tra il report giornalistico e la narrazione, sullo stupro territoriale, identitario e culturale perpetrato dalle multinazionali su quei gruppi etnici colpevoli di non appartenere alla società moderna, e pertanto delegittimati, sfruttati e calpestati in nome del progresso materiale ed economico, costretti dunque a lottare per mantenere viva non solo la loro identità ma soprattutto il loro bene più prezioso: la terra, simbolo di vita e di appartenenza.

“Guerre interne” di Joseph Zárate, edizioni Gran Via. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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