Immaginate per un attimo una spiaggia, ma non una qualsiasi. Immaginate una spiaggia non troppo grande, sassosa e circondata da bassi promontori, una spiaggia che molti di voi hanno sicuramente già visto in TV: la spiaggia di Stavros nell’isola di Creta. In quella spiaggia, nel lontano 2013, rilessi l’Odissea.
Immaginate adesso due uomini, due grandi amici, che a un certo punto decidono di intraprendere una danza che rimarrà nella storia come “la danza di Zorba”, il sirtaki. Una danza che è un addio, un inno all’amicizia, un tributo alla libertà. Chi ha letto Zorba il greco, e visto il film, saprà che il mare fa da cornice già dalle pagine e dalle prime immagini.
“Felice l’uomo che prima di morire ha avuto la fortuna di navigare l’Egeo”, scrive Kazantzakis mentre si avvicina all’isola di Creta. Esattamente quello che scriverei io, se fossi uno scrittore, recandomi tutti gli anni a Stromboli e facendo il giro delle Eolie.
L’arrivo della bella stagione e l’approssimarsi dell’estate generalmente coincidono con la programmazione delle vacanze: calendario in una mano e matita nell’altra, ci si diverte a far roteare il mappamondo per individuare la destinazione prescelta per ricaricare le energie. La mia? Semplice: il mare e una decina di libri.
Ormai, per abitudine, conservo le letture più o meno impegnative per il periodo estivo. Ho scoperto con il tempo che riesco a ricordare con maggior facilità e dovizia di particolari solo alcuni dei libri che leggo durante l’anno; salvo qualche caso particolare, quelli che mi rimangono più impressi sono quelli che ho letto al mare o comunque in un rapporto di vicinanza privilegiata con il mare. Che il libro sia leggero o molto impegnativo poco importa: riesco a ricordarne trama e passaggi fondamentali, anche se a fine lettura e a distanza di anni non dovessi catalogare quel libro tra i miei preferiti. Evidentemente grazie al mare riesco a mettere in pratica quello che gli esperti chiamano deep reading, o “lettura profonda”.
Senza le comuni interferenze esterne riesco a concentrarmi solo ed esclusivamente sul testo, lasciandomi trasportare dal rumore delle onde e dal ritmo della scrittura. Perché al mare la lettura diventa immersiva, personale, lontana dalle continue interruzioni e sollecitazioni che intralciano la vita di tutti i giorni. Mare come momento di pausa, come disconnessione dalla routine quotidiana, che associato a una buona lettura non fa altro che amplificare il suo benefico effetto.
Questo atteggiamento nei confronti della lettura al mare credo sia comune a tanti. Quando prepariamo la valigia per le vacanze troviamo sempre un piccolo spazio per infilare almeno un libro, anche se durante l’anno non leggiamo molto, probabilmente proprio perché associamo la lettura al mare a un momento che diventa un tutt’uno con la vacanza stessa.
In poche parole, leggere al mare piace a tutti.
“Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa”, scriveva Tabucchi. Nel mio caso voci portate dal mare.
Quindi preparate borse zaini e valigie, metteteci dentro un paio di libri, acqua fresca e una buona protezione solare. Andate in spiaggia, lasciatevi cullare dal rumore del mare e iniziate il vostro viaggio.
Qualche suggerimento?
Zorba il Greco senza alcun dubbio, nella nuova edizione di Crocetti Editore, per la prima volta tradotto direttamente dal greco rispetto alle precedenti edizioni, e perché no, anche un classico come l’Odissea per ricordarci che dal mare si può anche fare ritorno.
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