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“L’isola del tesoro” di Robert L. Stevenson: recensione libro

Stevenson era un bambino scozzese da parte di padre e francese da parte di madre. Esile e con la salute malferma a causa di una patologia polmonare ereditata dalla mamma, passava molte delle sue giornate a studiare e leggere, quando le sue condizioni lo permettevano. Ad ascoltare le storie della sua tata, quando attraversava periodi di forzata inattività.

L’isola del tesoro di Robert Stevenson

La sua fortuna, come lui sempre la descrisse, era la sconfinata fantasia di cui la natura lo aveva dotato e la sua tata, che sapeva raccontare ai bambini storie piene di avventure che lo spaventavano e al tempo stesso lo affascinavano. I medici dicevano che non avrebbe potuto vivere a lungo e gli ordinarono di passare più tempo possibile nelle calde pianure della Francia meridionale dove viveva sua madre. Ma le cose non miglioravano molto e lui cresceva magro, debole e pieno di storie da raccontare. E scriveva, scriveva…per essere più veloce del tempo che dicevano gli restasse. La sua famiglia era molto agiata, così quando fu abbastanza grande, si imbarcò su uno splendido house boat per girare il mondo cercando i luoghi più caldi e utili per la sua salute e più misteriosi e affascinanti per la sua fantasia. Fu durante uno di questi viaggi che incontrò la donna della sua vita. Fu amore sin da subito e si sposarono. Decisero di andare a vivere nelle isole del sud Pacifico e si stabilirono a Samoa. Qui, contro tutte le previsioni dei medici, Robert migliorò moltissimo e visse ancora a lungo nei luoghi che amava con sua moglie, i suoi figli e molte alte persone che lo amavano.

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L’ISOLA DEL TESORO è considerato il capolavoro di Stevenson e il più grande capolavoro di tutti i tempi, della letteratura per l’infanzia. E’ la storia di Jim Hawkins, un ragazzino che vive con la mamma, in una locanda in Scozia. Per uno strano caso, viene in possesso di una mappa del tesoro. Un tesoro nascosto da un marinaio del capitano Flint, noto contrabbandiere, in un’isola dei mari del sud. Anche il temibile Long Jhon Silver sta cercando la mappa e per questo motivo si imbarca sullo stesso galeone dove anche Jim si è imbarcato, sotto la protezione del Cavalier John Trelawney, il quale finanzia il viaggio alla ricerca del tesoro…

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Questo libro è stato l’ispirazione per altri grandi capolavori…Peter Pan, I pirati dei Caraibi…ma oltre a questo è stato l’opera dove Stevenson è riuscito ad usare tutte le sue paure, gli incubi che nell’immobilità dovuta alla malattia, da bambino, lo seguivano sempre, tutte le ombre con cui conviveva. Non solo le usò per farne un racconto indimenticabile ma riuscì, come farà in tutti i suoi racconti a venire, a dare alle sue ombre sia una parte malvagia e temibile, sia una parte salvifica ed essenziale. Ad esempio: il terribile cuoco/ pirata Long Jhon Silver, si rivela essere non solo un mostro feroce ma anche un essere umano inaspettatamente presente nel momento più pericoloso dell’avventura di Jim. Stevenson sembra dirci: “non lasciatevi terrorizzare dalle vostre ombre. Temetele, ma ascoltatele, con la stessa attenzione.”

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Consigliato a tutti i bimbi che sognano di trovare l’isola del tesoro💞

(dagli 8 anni)

Sabina Camani per #TheBookAdvisor

“L’isola del tesoro” di Robert L. Stevenson, edizioni Mursia editore. The Young BookAdvisor

Redazione

Redazione della pagina web www.thebookadvisor.it

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