Un libro tra le mani

“Tetra, Quarta quartina” di Gala, Rapino, Lipperini, Orti Manara, recensione: Un libro tra le mani

Tetra, la Quarta quartina.

Il progetto di -TETRA continua a sfornare racconti di altissima qualità, ed ecco altri quattro gioiellini dal mitico formato quadrato!

CIABATTERIA MAFFEI (Graziano Gala)

…E infatti in questo libricino ci annaspi, ci affoghi, vedi annegare tutte le tue resistenze e ti lasci portare alla deriva da parole “anaffabete” e traditrici, perché sembrano suonare come una filastrocca per bambini e invece poi ti schiacciano con il dolore che un bambino mai, mai, dovrebbe provare.

Hai bisogno di prendere fiato alla fine di ogni paragrafo.
Inspira, espira.
Inspira aria pulita ed espira mani di spago, violente e disumane, appoggiate su un tavolino di granito.
Inspira aria pulita ed espira mani bramose, luride, sul corpo arreso di chi ha perso se stessa e il proprio nome tanto tempo fa.
Inspira aria pulita ed espira “cagnulini” portati via su una carriola, insieme a pezzi di cuore di bambino senza scuola.
Inspira aria pulita ed espira lettere di confisca (dai mobili ai reggipetti), corde, sgabelli, scarpe malfatte e sguardi innocenti.

Inspira e trattieni, trattieni più che puoi, perché ci sono cose che proprio non puoi lasciar andare: Mino Maffei, i suoi 8 anni e la sua immaginazione salvifica.
Perché la miseria più nera, per essere sopportata, ha bisogno di essere travestita con giochi di pirati… ed ecco che la casa diventa acqua, ed ogni passo un piccolo naufragio.

“Che poi, se guardi bene, non ci stava neanche il mare.”

Dialetto sovrano, ma al servizio di una poetica che commuove.
Dialetto che permette di dire cose che, diversamente, sarebbero difficilissime da dire, che permette di lenire il dolore, di “sporcare” senza sporcare veramente; dialetto che dà voce al disagio esistenziale, alla disperazione degli ultimi, al ciabattare stanco dei disgraziati, al perdifiato di chi corre, su gambe bambine, per sfuggire alla miseria di una vita senza affetto, e senza futuro.

Gala impasta la lingua e ce la restituisce più vera che mai, una lingua che è musica, che è riso e che è pianto.

Consiglio di leggerlo due volte di seguito, la prima lo fai in maniera febbrile, quasi senza renderti conto dello scombussolamento che stai provando, la seconda volta lo fai piangendo, perché sei già scombussolato, ma hai bisogno di prendere ogni parola e conficcartela piano nello stomaco.
Glielo devi, a Mino 💜.

 

VALDÉS (Remo Rapino)

Luci e ombre di un Cile martoriato.

Francisco Valdés, detto Paco, si porta addosso, come un’eredità non richiesta, la miseria del nonno e di tutti gli abitanti delle “poblaciones“, ma lui, tutto ossa e gambe da grillo, può riscattarsi e riscattare chi c’è stato prima di lui, grazie al suo talento indiscusso con la palla e vestire la maglia del “Colo Colo“.

Sogni, gloria e speranze spezzate e spazzate via dalla Storia, che entra a gamba tesa nella straordinaria partita di Francisco e di tutta la popolazione, quel maledetto 11 Settembre del ’73, portandosi via la democrazia cilena e la vita del Presidente Salvador Allende.

Un “¡Estoy!” strozzato in gola.

Ecco cosa rimane al nostro Paco… insieme al senso di colpa e ad una lettera, ancora tutta da scrivere, in cui chiedere “perdono“.

A Pablo Neruda, al Cile intero, ma soprattutto a se stesso.

Bellissimo.

 

LA STRADA GIUSTA (Loredana Lipperini)

Chissà quante volte, ad un certo punto della nostra vita, abbiamo detto, o anche solo pensato, “come sarebbe bello poter tornare indietro, magari a quando avevo 20/25 anni“…

Riavvolgere il nastro e tornare ad avere un’età spensierata, ma con la maturità del presente, per fare le scelte giuste, riparare gli errori commessi, darsi una seconda possibilità.

Apparentemente sarebbe bellissimo, ma a pensarci bene… un vero incubo.Tornare indietro con la consapevolezza di oggi, implicherebbe innanzitutto il sentire la mancanza di tutto quello a cui si è dato vita finora, la famiglia, i figli, le amicizie, tanto per iniziare…
Il carico dei ricordi sarebbe troppo ingombrante.
Poi, vivere un tempo con una mente che non appartiene al tempo in questione dev’essere una cosa terribile, deve farti sentire aliena, sempre fuori posto.
La tentazione di impedire ciò che di brutto sai già che accadrà al mondo sarà forte, ma le possibilità di intervenire in merito pressoché nulle.
Infine, ma forse l’aspetto più importante: si può davvero ri-vivere una determinata età senza la leggerezza propria di quegli anni?
Quanto può essere frustrante avere un corpo giovane ed inesperto in cui alberga l’anima di chi ha già vissuto tanto ed ha perso lo stupore e la meraviglia delle prime volte?

Ecco cosa accade alla nostra protagonista sessantenne.Uscendo da una stazione si trova davanti ad una biforcazione: rampa o scale?

La sua scelta, assolutamente casuale, avrà un grandissimo impatto sul suo imminente futuro.

Da una parte l’anno in corso con un’incognita non indifferente, dall’altra il 1971.

Un racconto surreale e perturbante, che smuove un sacco di roba, che fa crollare delle convinzioni e ne solidifica delle altre, che fa riflettere senza essere didascalico e senza fare la morale.
Fondamentalmente è un racconto sulla vecchiaia, sul corpo che cede ogni giorno qualcosa al tempo, ma è anche una storia che ci riappacifica con il tempo che passa.

Molto bello.

 

L’ODIO MIGLIORE (Michele Orti Manara)

Cinico e ironico, questo racconto mette in luce le dinamiche di un ufficio moderno, dove le gerarchie spesso generano invidie, gelosie e tanta, tantissima ipocrisia.
La competizione spesso è proprio la colonna portante degli uffici delle grandi aziende, dove si è disposti quasi a tutto pur di mettere in ombra qualcuno e risplendere agli occhi di chi sta ai vertici.

L’odio migliore” del titolo è quello che il protagonista, impiegato di vecchia data, prova per un nuovo arrivato, piacione, bravissimo, perfezionista e sempre sorridente.
Un odio assolutamente immotivato, quindi “puro“, generato unicamente da una sensazione a pelle.

I personaggi sono tutti abbastanza sgradevoli, subdolamente meschini e autori di azioni “piccole” e miserabili, dettate anche da un ambiente saturo di invidia e totalmente privo di solidarietà.

La matita appoggiata sul libro nella foto non è casuale, è proprio parte integrante della trama, che vi lascio il piacere di scoprire da soli.
Ne vale la pena 😉.

 

tetra quarta quartina

 

Alla prossima quartina!!! 

 

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“-TETRA (Quarta quartina)” di Gala, Rapino, Lipperini, Orti Manara, -TETRA edizioni . Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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