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“Il caso Morel” di Rubem Fonseca: recensione libro

“A che serve scrivere se nessuno ti legge?” “Serve sempre”

Questa è la mia recensione del Caso Morel, romanzo pubblicato per la prima volta nel 1973 e inserito ora nella collana The Dark Side di Fazi Editore.

Cosa pensereste se una persona dalla vita dissoluta, una persona che mostra di sè principalmente lati che la società comune non ritiene moralmente accettabili fosse accusata di un brutale omicidio? Probabilmente pensereste che non sia poi così strano. Ma basta una vita “dissoluta” a condannare un uomo?

Questo è solo uno di molteplici piani di lettura che possiamo scorgere nel romanzo di Morel.

Premetto da subito che la mia opinione sul libro è contrastante, potreste trovarvi a leggere frasi che si contraddicono. Perché non c’è confine tra verità e immaginazione, tra un personaggio e l’altro, non c’è linea netta a separare cosa sia vero e cosa no.  

Rubem Fonseca, scrive questo suo romanzo d’esordio nel 1973, ma il romanzo in un primo momento sembra passare inosservato. Ben presto però le vendite lo consacreranno tra i best seller mondiali.

Con Fonseca torniamo in America Latina, come per il romanzo “Fantasmi di Famiglia” (se ve lo siete perso trovate la mia recensione qui).

Siamo in Brasile, catapultati nella storia di Paul Morel o Morais, artista detenuto con l’accusa di aver brutalmente ucciso una delle sue amanti. Morel infatti, vive in una casa con tre amanti e il figlio di una di loro, una pittrice, una ex prostituta e una donna molto ricca, la vittima.

“Vivevamo in pace. Non andavo dietro a nessun’altra donna che non fosse Joana, Carmem o Ismênia. A volte dormivo con Carmem e Ismênia insieme. Carmem e Ismênia a volte dormivano insieme. Joana, quando non dormiva con me, dormiva sola. Cucinavamo tutti. Io sapevo fare solo bistecca e patate, ma cominciamo a imparare anche altre cose”.

Morel nel periodo della sua detenzione scrive un memoriale e chiede all’ex commissario Vileila, ora divenuto scrittore, di leggerlo. Qui inizia l’intreccio di personaggi e storie che portano il lettore a confondere i piani del racconto.

Questo libro, è senz’altro la lettura più complessa che abbia affrontato negli ultimi mesi; una storia che per molte, moltissime pagine si incanala in racconti anche piuttosto espliciti di sesso e orge. Donne che si concedono al primo incontro o quasi, donne seduttrici che cercano un Morel alle prese con la convinzione di essere impotente. A ben vedere, credo proprio che tutto questo modo di presentare la vita dissoluta di Morel ci porti a condannarlo senza presunzione di innocenza. Se ha vissuto in quel modo allora senza dubbio ha commesso quel delitto. Ma davvero è così?

Un linguaggio crudo e diretto, complice una traduzione assolutamente calzante ad opera di Daniele Peruccioli rende il romando di Fonseca una lettura tanto coinvolgente quanto inquietante.

“Forse, dopo tanti anni di attesa ti ho deluso”. – “Oppure sono impotente, magari lo sto diventando, sai com’è, ancora solo l’energia per qualche esibizione stupida”

Sembra che alla fine Morel abbia trovato un equilibrio, una famiglia, ma poi Joana muore. O meglio, viene uccisa. A trovare il suo corpo su una spiaggia una donna che vive lì vicino. Il colpevole non può essere altri che Morel, dai diari di Joana è chiaro come la loro relazione fosse violenta.

Facile immaginare che alla fine la violenza abbia prevalso.

Ma qualcosa non va, Vileila leggendo gli scritti di Morel capisce che c’è qualcosa di più.

Così inizia quella che penso possa essere chiamata, la seconda vita del libro. Una storia parallela, dentro la storia di Morel e Vileila e che pur appartenendo a entrambi essendo il proseguo del romanzo, in qualche modo ne cambia la narrazione.

“Il comportamento di Morais è incompatibile con l’eventualità della sua innocenza.” “Cioè starebbe a lui provare di non essere colpevole? È contro la legge, il codice penale l’hai dimenticato pure tu?”

Biografia dell’Autore

Rubem Fonseca

Rubem Fonseca, 1925 – 2020

Nato nel 1925 nello Stato del Minas Gerais, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza, specializzandosi in Diritto penale. Ha svolto diverse professioni, tra cui quella di poliziotto, prima di dedicarsi interamente alla letteratura. Celebre e controverso in patria, tradotto in diciannove lingue e stimatissimo all’estero, è riuscito a essere un autore bestseller pur senza fare alcuna concessione al suo pubblico. Tra gli innumerevoli premi ricevuti, il Premio Camões – il principale riconoscimento per un’opera in lingua portoghese –, il Premio Machado de Assis dell’Accademia Brasiliana delle Lettere e il Premio Iberoamericano de Narrativa Manuel Rojas.

Editore Fazi a cura di Lib(e)ri di leggere.

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Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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