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“La strega di Triora” di Antonella Forte: recensione libro

L’ignoranza è pericolosa. Si mischia, a volte, alla superstizione e spesso va a braccetto con l’arroganza. Chiudersi nelle proprie ristrette vedute della vita, senza sentire la necessità di aprirsi alle cose del mondo, porta a privarsi del senso critico. Quest’ultimo è fondamentale per valutare ciò che si racconta in giro e farlo proprio.

Accettare passivamente per oro colato tutto quello che alcuni propinano come verità è un azzardo che solo gli ignoranti, privi di un corretto giudizio, hanno in corpo come marchio della propria persona. L’ignoranza è una grande ferita aperta, per tutti. Restare ancorati alle proprie credenze, farle salde come il verbo senza riuscire ad andare oltre il proprio naso, di certo non fa bene. Restare fermi nella propria posizione, oppure nella propria ottusità, può risultare un’ostinazione verso il nuovo, verso ciò che non si conosce. In una bolla del genere è facile perdere l’equilibrio. Le situazioni potrebbero sfuggire di mano e bastano una voce, un pettegolezzo, per infarcire maldicenze che sfociano, poi, nella più cupa ignoranza. C’è sempre qualcuno che ne paga le conseguenze, primi fra tutti coloro che sono avanti, in tutto. Il rispetto, la dignità, l’amor proprio, la verità, la conoscenza, quando sono concentrati in un nome si tenta di sbiadirne la personalità. Gente così, fa paura. È l’ignoranza a creare le insidie peggiori buttando fuoco su chi ha coscienza e conoscenza.In La strega di Triora Storia di Franchetta Borrelli di Antonella Forte vivi le atrocità subite daalcune donne accusate di essere delle streghe. Triora, 1587. Nella cittadina dell’entroterra di Imperia, l’Inquisizione avvia uno dei processi più conosciuti della storia d’Italia. Una carestia, che provoca miseria e fame, è il punto di non ritorno. Si cercano i colpevoli. È facile attribuire la colpa alle streghe. A quelle donne, guaritrici, che tra loro si chiamano Sorelle e che, unite da un patto di fiducia, aiutano chi ha bisogno grazie alla conoscenza delle erbe e alla preparazione di medicamenti. Tra loro si distingue, per carisma e personalità, Franchetta Borrelli. La donna, appartenente ad una ricca ed influente famiglia, viene catturata e torturata. Durante la sua reclusione, Franchetta ripercorre la propria vita e prende decisioni importanti. Si riscatta anche raccontando la verità al sangue del suo sangue.Il romanzo è forte, intenso. La storia è talmente forte, vigorosa che riesce a parlare on ogni sua emozione. La prosa è formidabile, di una potenza che lascia il lettore colpito, ammaliato.

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“La strega di Triora” di Antonella Forte, edizioni Piemme.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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