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“È difficile essere un dio” di Arkadj e Boris Strugackij: recensione libro

“Non si conquista niente senza perdere qualcosa”.

La Terra è un pianeta evoluto. Niente guerre, niente soprusi,  nessuna traccia di violenza e sopraffazione. Povertà e ingiustizia sono retaggio di un lontano passato.Sul pianeta Arkanor, invece, la civiltà è ancora a uno stadio quasi primitivo. Ignoranza, sete di potere, intrighi e avidità sono gli elementi sui quali si incardina la quotidianità di una società feudale che vive in una sorta di Medioevo in cui qualsiasi tentativo di progresso è prontamente soffocato nel sangue per mano delle Milizie Grigie capitanate da Don Reba.

“È difficile essere un dio” di Arkadj e Boris Strugackij

La ferocissima dittatura costringe il popolo a vivere in un clima di terrore, incertezza e rassegnata accettazione. Per essere etichettato come dissidente o intellettuale è sufficiente saper leggere e scrivere; avere qualche semplice nozione di medicina è motivo per essere torturato e ucciso.
Gli abitanti di Arkanor barattano la conoscenza per la sopravvivenza: l’unica via di salvezza è ripudiare pubblicamente arte, scienza, libri e medicina. 

In questo clima cupo e senza speranza si muove Anton, uno dei duecentocinquanta ricercatori terrestri sbarcati su Arkanor con il preciso compito di osservare, registrare e studiare lo sviluppo e il comportamento degli abitati del pianeta.

Condizione imprescindibile: non intervenire in alcun modo per modificare o accelerare il corso degli avvenimenti.

Arrivato sul pianeta Anton si confonderà con gli abitanti prendendo l’identità di Rumata, nobile Don di antichissima casata. Il corpo vestito alla moda di Arkanor (ma protetto da una sottile quanto salvifica maglia in metalloplastica), il capo cinto da un cerchio d’oro con una pietra-telecamera che gli consente di registrare “in presa diretta” la vita di una civiltà rozza e ancora priva di tutte quelle qualità umane da tempo conquistate sul pianeta Terra.

“Stringi i denti e ricorda che sei un dio mascherato, che loro non sanno quello che fanno, e quasi nessuni di loro è colpevole, e perciò tu devi essere paziente e tollerante…”

Assistere impotente alle sofferenze di un popolo è difficile. Non amare, non odiare, non decidere, non farsi coinvolgere è difficile. Essere un nobile che occupa un posto di rilievo nella società e non intervenire per favorire gli amici è difficile. Essere un dio (seppur in incognito) è difficile.

60 anni di Strugackij

Nel 2024 questo romanzo compirà sessant’anni, eppure le tematiche trattate dai fratelli Arkadij e Boris Strugackij colpiscono ancora oggi con la precisione di un raggio laser.
Da una parte il passo della storia, quello che insegna che ogni conquista verso il progresso ha un prezzo, un tempo e una condizione.
Dall’altra la debolezza della natura umana che, influenzata dall’ambiente, rende incapaci di resistere alla violenza. 
Infine la voce, presente in ogni riga dell’avventura aliena di Don Rumata che, resa potentissima dall’ironia e dallo “stile Strugackij”, denuncia la pericolosità dei regimi e delle dittature.
Nonostante la censura sovietica, È difficile essere un dio è riuscito a conservarsi visionario e nitido come un’incisione di Hieronymus Bosch.

Arkadij e Boris Strugackij, i fantastici fratelli della fantascienza sovietica, hanno avuto la capacità di giocare con dame e cavalieri per mettere sul piatto il dominio e l’abominio, la conoscenza e la temperanza. Servendosi di uno stile guizzante, a tratti burlesco, hanno saputo raccontare il peggio dell’uomo. 

Se riuscirete a farvi strada fra il pantano, i cumuli di cadaveri e il sudiciume fisico e morale che costella le pagine di questo libro vivrete un’avventura spettacolare e vi ritroverete a combattere, a scansare colpi d’ascia e veleni, a sudare e anche a sorridere accanto a Don Rumata, felici infine, nonostante i nostri evidenti limiti, di essere sul pianeta Terra. 

Tutto questo e molto altro

> Agli appassionati di Star Trek non sfuggirà l’analogia dei precetti che regolano l’Esperimento dei terrestri su Arkanor con la Prima Direttiva della Federazione dei Pianeti Uniti che vieta di interferire nello sviluppo naturale di una civiltà o negli affari interni di un governo di un altro pianeta finché essa non abbia sviluppato la tecnologia dei viaggi interstellari.

> Da questo libro è stato tratto l’omonimo e visionario film per la regia di Alexei German portato a termine nel 2013 dal figlio Alexei German jr. a causa della sopraggiunta morte del padre.

> Se durante la lettura di alcuni passi vi viene in mente qualcosa che avete già letto pensate ad esempio a Memorie del sottosuolo di Dostoevskij e alla Regina Margot di Alexandre Dumas,

> Se arrivati alla fine vi verrà il dubbio di aver letto un romanzo (anche) d’amore, riaprite il libro e leggete la citazione in esergo, quella di Abelardo a Eloisa.

> È difficile essere un dio è stato pubblicato per la prima volta in italiano nel 1989 nella collana Urania. L’edizione 2023 di Marcos Y Marcos, con la traduzione di Diletta Bacci, ha una bella prefazione a cura di Paolo Nori e un’interessante post fazione di Boris Strugatskij che parla della censura e delle relative vicissitudini di questo romanzo.

> L’asteroide 3054, scoperto nel 1977 dall’astronomo russo Nikolaj Stepanovič Černych, fu battezzato “Strugackia” in onore dei fratelli Strugatskij.

> Colonna sonora: Giorgio Gaber “Io se fossi Dio, sarei sicuramente molto intero e molto distaccato”.

“È difficile essere un dio” di Arkadij e Boris Strugackij, edizioni marcos y marcos.

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Roberta Frugoni

Copywriter per lavoro e passione. Amante dell'arsenico e vecchi merletti, mangio la pasta solo se è al dente e mi lascio conquistare dalle riletture. Nel tempo libero fotografo e collaudo amache.

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