Audio & Indie

“A Babbo morto” di Zerocalcare: recensione audiolibro

Con un tempismo degno di un urside in letargo, vi propongo la recensione dell’audiolibro “A Babbo morto” di Zerocalcare. A oltre quattro mesi dalla sua uscita e in tempo per le feste di Pasqua. Anticonformismo da pandemia.
Comunque.

Da Rebibbia quarantine a Babbo morto

Zero è per me una scoperta recente, mi sono imbattuta per caso una sera in una delle sue “Rebibbia quarantine” sui social, mi ha strappato lacrime di risate e non l’ho più lasciato. Ho atteso con trepidazione (eh sì) l’uscita di “A babbo morto” per Baopublishing ma, soprattutto, del corrispondente audiolibro edito da Storytel. Non mi vergogno di dire (oddio, un pochino sì) che ho attivato l’abbonamento a Storytel solo per essere in prima fila al momento dell’uscita. Groupie da pandemia (e due). Ma ne è valsa la pena.

Contrariamente alla regola a cui non ho concesso finora nessuna eccezione (un autore che legge se stesso non rende mai giustizia alla propria opera), Zerocalcare al microfono è un enorme valore aggiunto al testo. Anzi, è l’unica possibilità per le sue opere. La sua parlata romana è l’unica in grado di rendere pienezza a ciò che scrive. C’è da dire poi che Zero non è l’unico lettore coinvolto nel progetto audio da Storytel: si è fatto accompagnare nientemeno che da Neri Marcorè e Caterina Guzzanti, due che non hanno bisogno di presentazioni e che in sala registrazione sono come il cacao sul tiramisù. La morte sua. E infatti.

Marcorè e Guzzanti danno voce a vari personaggi e, semplicemente cambiando l’inflessione dell’accento passando da una regione all’altra, gli rendono immediatamente un nome e un cognome ben definito ma altro rispetto al testo di Zero, e completano magistralmente l’opera.

Se siete arrivati fin qui a leggere pensando che vi raccontassi qualcosa del testo avete toppato (posto che sareste rimasti gli ultimi sulla faccia della terra a non sapere di cosa parla, A Babbo morto è rimasto in cima alle classifiche di vendita per settimane…), le tavole di Zero ve le dovete godere da soli. Ma quel che posso dire, anzi consigliarvi vivamente, è di regalarvi l’esperienza dell’audiolibro di Storytel, dura poco meno di mezz’ora. Vi sembrerà di leggere un altro testo, di scovare significati nascosti e vi divertirete un mondo. Che di questi tempi, come si dice, è tanta roba.

“A Babbo morto” di Zerocalcare per Storytel. Audio&Indie

Silvana Salvadori

Sono giornalista, addetta stampa e mi occupo anche di social media. In generale, mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la scrittura (sì, anche la grammatica). E mi piace leggere quella degli altri. Se posso corro, leggo, faccio yoga e mangio cioccolato fondente, non necessariamente in questo ordine.

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