A Garamond Type

“Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino: recensione libro

Durante l’assedio di Sarajevo del 1992 alcuni bambini furono portati in Italia, dati in affido o in adozione senza badare al fatto che alcuni di loro non erano orfani. Posso solo immaginare quanto possano essersi sentiti sperduti, profughi all’improvviso, quanta sofferenza ne possa essere scaturita, quanto dolore abbia soverchiato la speranza. 

Rosella Postorino non l’ha solo immaginato, l’ha scritto in MI LIMITAVO AD AMARE TE, libro bellissimo e struggente come l’immagine della sua copertina: un bambino con gli occhi chiusi, due mani che lo accarezzano, lo sostengono, lo amano.

 

Cosa facevi tu mentre accadeva la storia?

Il titolo è tratto dal verso di una poesia di Izet Sarajlić, bosniaco che rimase a Sarajevo durante la guerra: «Cosa facevi tu mentre accadeva la storia? Mi limitavo ad amare te.», riportata anche in una pagina che celebra l’amore imperfetto, perché asincrono, forse neanche corrisposto, ma non per questo meno potente.

 

 

Lo strappo

Omar, Nada e Danilo sono i tre bambini protagonisti, in equilibrio precario tra un “prima” e un “dopo”, con il cuore lacerato da separazioni e sradicamenti, ma rinfrancato da ricongiungimenti che nascono dalla mancanza, senza però mai guarire del tutto dallo strappo generato dal perdere la propria madre.

Lo strappo che è perdere il senso dell’esistenza, il senso del mondo, che è toccare il vuoto che diventa baratro perché lì non si percepisce la mano di Dio a sostenere come nella foto di copertina, perché «la qualità che più scarseggia in Dio è la tenerezza.»

Uniti e separati, uguali e diversi, ancora e ancora.

«“Per caso sono stata testimone del tuo dolore, ed è bastato a unirci.”
“Non accade sempre così? Non è sempre per caso che le persone inciampano una nell’altra?”
… “Non abbandonarsi significa scegliersi.”…
“Però noi ci siamo abbandonati.»

Limitarsi ad amare

Non è stato semplice leggere questo romanzo per l’attualità della guerra russo-ucraina.
Non è stato sempre facile chiudere gli occhi e lasciare andare.
Ma, si sa, le cose necessarie spesso comportano qualche “fatica”. E sono quindi grata di avere fatto questo viaggio che ha toccato tanti temi: maternità, amicizia, salvezza, amore, sofferenza, perdono. Per limitarsi ad amare.

 

«Nel mondo una volta c’era tua madre e ora non c’è più, c’era un corpo, una voce, un flusso di pensieri, un insieme di gesti riconoscibili, di vezzi e idiosincrasie, e ora non ci sono più, puoi prendere qualunque treno, puoi immergerti fino a toccare il fondo del mare, non la troverai. L’esistenza è venuta meno, al suo posto c’è una porzione di niente, un vuoto calcolabile, e adesso sì che puoi visualizzarlo, adesso non è più un concetto teorico, assenza di materia in un volume di spazio, una nozione inconcepibile dalla mente umana, adesso lo tocchi, un chiodo nello sterno.»

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Mi limitavo ad amare te” di Rosella PostorinoFeltrinelli Editore. A Garamond Type.

Laura Busnelli

Commercialista “pentita”, ho maturato anche un’esperienza pluriennale in Sony. Lettrice appassionata e tuttologa, all’alba dei quarant’anni mi sono scoperta scrittrice, dopo essermi occupata di correzione bozze ed editing. Sono stata una libraia indipendente per tre anni, saltuariamente faccio ancora incontrare libri e lettori con grande gioia. Operatrice culturale, modero spesso eventi e racconto il mondo dei libri anche online, tengo una rubrica su libri a tema animali su RadioBau & Co. (web radio del gruppo Mediaset) e collaboro con l'associazione culturale "Librai in corso" nell’organizzazione di eventi e in corsi a tema. La mia rubrica qui si chiama "A Garamond Type" perché il Garamond è il carattere adottato per quasi tutti i libri italiani e Type sta sia per carattere, font, sia per tizio. E la tizia sarei io.

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