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Quanto vale per uno scrittore vincere il Premio Strega?

Quanto vale per uno scrittore vincere il Premio Strega? Ecco l’articolo di approfondimento pubblicato dall’Agi, che riporta l’analisi degli economisti Scoppa e Ponzo.

(agi.it) Arrivare tra i finalisti del premio Strega è un traguardo importante, per scrittori ed editori, ma ciò che fa veramente la differenza è vincerlo. Non vale, in questo caso, il detto ‘l’importante è partecipare’. La vittoria garantisce, quasi sempre, un picco nelle vendite del libro. Non a caso si parla di effetto Strega: chi vince vende e ha più possibilità di rimanere nelle classifiche dei libri più letti. La conferma arriva anche da un’indagine condotta dall’economista Vincenzo Scoppa, professore all’università di Calabria, e Michela Ponzo, ricercatrice alla Sapienza di Roma, che valuta quanto il premio influisca sulla vendita dei libri. I due studiosi hanno analizzato le classifiche dei libri più venduti dal 1975 al 2005, esaminando proprio l’‘impact factor’ del premio e sono giunti alla conclusione che il vincitore moltiplichi le vendite fino a cinque volte, rispetto a quello che è stato venduto prima della vittoria. Il discorso non vale per il secondo classificato, che a parte rari casi oltre a rimanerci male ha molto meno successo sul mercato editoriale.

Alcune vittorie dello Strega eclatanti

  • Nel 2013 il romanzo ‘Resistere non serve a niente’ di Walter Siti era arrivato alla finale del premio Strega con 30mila copie vendute, dopo una settimana dalla vittoria – si legge su Ilmiolibro – ha raggiunto le 40mila e ha raddoppiato la presenza in libreria. Il trend positivo è continuato, dopo alcuni giorni le copie sono diventate 80mila e il libro è stato ristampato due volte.
  • Nel 2009, l’onda del fattore Strega per Tiziano Scarpa e il suo ‘Stabar mater’ è stata dirompente. E’ passato da 8mila copie vendute a 90mila dopo la vittoria.
  • Tra i maggiori successi degli ultimi anni va ricordato – si legge sempre sul sito Ilmiolibro – quello di Paolo Giordano nel 2008 con ‘La solitudine dei numeri primi’, giunto al Ninfeo con 65mila copie ha toccato dopo la vittoria il milione di copie vendute. per il ventiseienne si trattava, tra l’altro, del primo romanzo.
  • Nel 2002 Margaret Mazzantini con ‘Non ti muovere’ è rimasta in classifica tra i libri più venduti per 65 settimane.
  • Altre volte l’exploit è stato inferiore alle aspettative, ma l’incremento di vendite c’è stato comunque. ‘Inseparabili’ di Alessandro Piperno nel 2012 non ha avuto il successo sperato. Ha comunque incassato 65mila copie nel corso dell’anno partendo da 14mila, moltiplicando oltre quattro volte le vendite e confermando che la fascetta “vincitore Premio Strega” rimane un ottimo incentivo all’acquisto.
  • Anche per Niccolò Ammaniti nel 2007 non c’è stato l’atteso boom, ma ‘Come Dio comanda’ ha incrementato le vendite di oltre 100mila copie, da 78 a 180mila.

Inoltre libri come ‘Caos calmo’ di Sandro Veronesi (2006), ‘Storia della mia gente’ di Edoardo Nesi (2011), ‘Il viaggiatore notturno’ di Maurizio Maggiani (2005) hanno raggiunto nell’anno dello Strega i primi posti nella top ten: Nesi ha addirittura più che decuplicato le copie, da 8mila a più di 106mila nel corso del 2011; l’anno della vittoria, Veronesi e Maggiani le hanno moltiplicate per quattro.

Quando i secondi fanno meglio dei primi classificati

Uno dei rari casi in cui il secondo classificato ha superato il primo nelle vendite è stato quello nel 2010 di Silvia Avallone con ‘Acciaio’. Antonio Pennacchi, arrivato primo con ‘Canale Mussolini’, ha comunque aumentato le sue vendite passando dalle 12mila copie alla vigilia del premio alle 200mila dopo la vittoria.

Secondo Alberto Galla, presidente dell’Associazione Librai Italiani e proprietario di una libreria a Vicenza, i lettori hanno bisogno di essere guidati: “Scatta un meccanismo di comodità. La fascetta dello Strega sostituisce i consigli del libraio, ma se il libro non convince ha un’impennata di vendite nei primi giorni, dopodiché si ferma. È successo nel 2012 con Piperno, abbiamo venduto molto a giugno e luglio, poi c’è stato un rallentamento”.

Le vendite sono importanti per attrarre gli editori stranieri

Il numero di copie vendute – si legge in un articolo tratto dal ‘Giornale della libreria’– rappresenta, per l’editore straniero, uno degli indicatori più importanti per decidere di acquistare i diritti di traduzione di un autore italiano: e nel marketing della casa editrice – accanto alla gestione del lancio, a quella commerciale e del brand dell’autore, alla comunicazione tradizionale e non e alla partecipazione dell’autore a incontri con il pubblico – la vincita (e la costruzione della strategia per conseguirla) di un premio letterario costituisce una leva che torna ad avere la sua importanza anche nel prolungare il ciclo di vendita del titolo, così come nel far muovere quelli usciti in precedenza; sia nella versione cartacea che in quella e-book. In conclusione si può dire che questi riconoscimenti rappresentino una componente importante nelle vendite complessive del titolo e una leva di marketing a disposizione dell’editore e della sua comunicazione per affermare il brand dell’autore nelle uscite successive.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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Redazione della pagina web www.thebookadvisor.it

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