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“I ladri di New York” di Katherine Rundell: recensione libro

“ILADRI DI NEW YORK” di Katherine Rundell ha tutto quello che serve per fare di un libro per ragazzi un bel libro per ragazzi. Ci sono protagonisti intriganti, imperfetti e selvatici; conflitti fra bambini e adulti, ma anche affetti intergenerazionali autentici e a tratti poco appropriati (leggi: il nonno di Vita che le insegna a lanciare sassi e coltelli); cattivi che incarnano quanto di più cattivo l’adultità ha da offrire e un’avventura da viversi in un antico castello diroccato. Katherine Rundell, dopo “Sophie sui tetti di Parigi” e “Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio” si conferma una delle mie penne preferite quando si entra in quel reparto delle librerie riduttivamente chiamato “per ragazzi”.

«Se metti la tua mente nella posizione giusta perché un’idea possa trovarti, vedrai che alla fine arriva. Ovviamente non è detto che l’idea sia legale o facile da realizzare.»

Vita arriva a New York in soccorso del nonno, malato e rimasto senza la tenuta di famiglia perché raggirato da un vecchio affarista senza scrupoli (e contrabbandiere e truffatore, scopriremo po, ma non è uno spoiler perché si capiva che Sorrotore non era certo un angelo). Nonostante una deformità lasciatale dalla poliomielite, la ragazza è tutt’altro che una fragile vittima della malattia. È un tipo curioso e determinato, che non ha paura di gettarsi in strada a capofitto per inseguire un ragazzo che cavalca all’alba per le strade di una New York deserta, o di imbucarsi a un party elegante solo per vedere che aspetto ha l’uomo che ha sottratto con l’inganno il castello al nonno. Con una simile fame di avventura e un tale desiderio di giustizia, non stupisce che Vita riesca a radunare intorno a sé una mini-banda composta da Silk, affascinante borseggiatrice e scassinatrice, Arkady, colui che cavalcava al sorgere del sole e che ha la capacità di farsi capire da qualsiasi animale e Samuel, il ragazzo in grado di volare. Questi ultimi due fanno parte di un circo e, grazie a loro, Vita scoprirà le dure leggi che governano le compagnie di acrobati, ma anche la meraviglia che suscitano quegli esseri umani che riescono a sfidare le leggi della fisica.

I quattro partono nottetempo, diretti al famoso castello, per cercare di salvare le sorti del nonno di Vita, ma ovviamente ogni piano, per quanto ben studiato, non è mai infallibile.

Il suo sorriso era così pieno di vita che sembrava occupare gran parte della strada e almeno metà del cielo.

Nonostante manchi davvero poco alla torta con le famigerate quaranta candeline, non smetto di girovagare per librerie e mercatini in cerca di libri per ragazzi. Storie che, se ben scritte come è il caso de “I ladri di New York”, riescono a essere stratificate e ricche di spunti anche per chi ha finito le scuole da un po’. Katherine Rundell ha la vivacità della penna che sa agguantare i lettori, costruisce personaggi che vorresti come amici, perché fanno presa su quella voglia di indipendenza e avventura che tutti noi abbiamo provato e forse, ogni tanto, proviamo ancora anche se abbiamo mutui, famiglie, contratti e badge (o forse, proprio in virtù di tutte queste cose, li desideriamo).

Se siete finiti su questa pagina perché cercate un libro da regalare a un giovane lettore (o se siete quel giovane lettore), leggete “I ladri di New York” perché vi farà sognare di fare l’acrobata, di poter ammansire cani rabbiosi e spietati uomini d’affari (figure che, nel mondo reale, spesso sono la medesima cosa), di saper aprire ogni serratura del mondo e vi farà credere di poter correre per chilometri anche con un piede zoppo solo perché è quello che desiderate fare (sì, il piede zoppo è una metafora).

Se state leggendo queste righe e avete almeno almeno l’età per votare per il Senato, leggete “I ladri di New York” perché è un’avventura che richiede poche ore di lettura, ma quelle ore spese a nascondersi insieme a ladri e artisti circensi vi ridaranno uno sprint che di sicuro to do list e video ASMR vi hanno tolto.

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“I ladri di New York” di Katherine Rundell, Rizzoli

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