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“Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio: recensione libro

Il cognome delle donne

“Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio è un romanzo vivo, palpitante di passione, grondante fierezza. Un romanzo familiare, femminile, pieno di voci, di accadimenti, di saggezza e di Sicilia.

Rosa, Selma, Patrizia, Lavinia, Marinella.

Cinque donne tenaci, combattive, consapevoli.

Rosa Romito nasce in Sicilia all’inizio del Novecento. È una donna cresciuta a botte e mancanze, che trova, nel marito, l’amore e la gioia di donarlo e di riceverlo. Una donna capace di fare una scelta difficile per amore dei figli, che cresce da sola con il duro lavoro e gli insegnamenti necessari.

Selma è una donna silenziosa, discreta, amante del ricamo, fragile quanto sua madre Rosa è forte.

I piedi le stavano piantati bene sul selciato, ma gli occhi vagavano curiosi e attenti in giro per le nuvole del cielo.

Selma fa lo sbaglio di sposare Santi, un uomo freddo, uno spavaldo nullafacente, odioso. Un uomo che non riesce a comprendere i silenzi della moglie, il suo spegnersi lentamente dopo la nascita della prima figlia. Oggi la condizione di Selma avrebbe un nome, ma nel 1950 non era lontanamente conosciuta né comprensibile. Certo non da un uomo come Santi Maraviglia. Sarà Fernando, fratello di Selma, a farsi guidare solo dal cuore e a riuscire a rompere la bolla di sapone in cui è intrappolata la donna.

Lo sai a che serve studiare, Patri’? A non farsi dire più quello che devi e non devi fare. Quando sei quella che ha studiato più di tutti, sei tu che comandi gli altri.

Sono queste le parole che lo zio Donato rivolge a sua nipote Patrizia per convincerla ad andare in collegio. E la ragazza, prima figlia di Selma e di Santi, un padre che non l’ha mai apprezzata, farà grandi sacrifici per studiare.

Patrizia è battagliera e forte come nonna Rosa, e sarà lei a prendere in mano le redini della famiglia quando si ritroverà sola con Lavinia e Marinella. Sarà di nuovo lei a rinunciare all’Università, a rimandare continuamente il suo matrimonio per il bene delle sorelle.

Lavinia è bella, ci sa fare, è sempre tra le gonne della nonna. Oppure forse è Rosa a volerla sempre con sé. Lavinia sogna il cinema, la carta patinata, un uomo che non avrà mai. Sarà lei a raccogliere le ultime volontà della nonna, a esaudire il suo desiderio, a custodire il suo segreto.

Infine, Marinella, la preferita dal padre, adolescente negli anni Ottanta, desiderosa di uscire dal guscio stretto della Sicilia.

Gli uomini del romanzo

Intorno a queste donne ruotano i personaggi maschili. Fratelli, mariti, amici di famiglia. Incontriamo la bontà e la disponibilità di Fernando, l’autorevolezza di Donato, l’insolenza di Santi. E poi, la particolare figura di Peppino Incammisa: un uomo sempre presente, un ruolo da interpretare tra le righe. Su tutti sovrasta Sebastiano Quaranta. La sua figura mite esce quasi subito dalla scena ma il suo spirito aleggia per tutta la storia. Sono uomini profondamente diversi tra loro, ma che influenzano la vita delle donne. Se non altro, per il nome. Anzi, il cognome.

Rosa diventerà Rosa Quaranta, e sarà sempre fiera del marito che ha scelto.

Selma diventerà Selma Maraviglia e le sue figlie dovranno portare il suo cognome.

Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio.

Ma gli anni passano e le cose cambiano. Il cammino della Storia va di pari passo con quello delle protagoniste del romanzo. Il primo voto delle donne, il desiderio di rendersi indipendenti, la possibilità di tenersi il proprio cognome. Anche se è sempre quello di un altro maschio.

“Il cognome delle donne” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato ma con l’attenzione sempre viva. È un romanzo che ci farà ridere e piangere, arrabbiare e stringere i pugni, desiderare di essere accanto a Rosa, Selma, Patrizia, Lavinia e Marinella per combattere con loro, per spingerle a reagire, per far loro coraggio.

Aurora Tamigio ha intessuto una trama che cattura l’attenzione di chi legge, impreziosendola di ricami che paiono quelli meravigliosi creati da Selma. Le pagine scorrono veloci una dopo l’altra, le espressioni in dialetto accendono di una fiamma viva il racconto.

E quegli uomini che ruotano intorno alle protagoniste, in fondo, ce le fanno amare ancora di più.

Aurora Tamigio è nata a Palermo nel 1988 ed è cresciuta a Milano. Dopo aver conseguito la laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Oggi è copywriter e caporedattrice di un magazine di informazione cinematografica.

 

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“Il cognome delle donne” di Aurora Tamigio, Feltrinelli Editore  Vivere leggendo

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