Un libro tra le mani

“Gli autunnali” di Luca Ricci, recensione: Un libro tra le mani.

Gli autunnali sono persone senza più clorofilla nelle vene…

È stato veramente suggestivo leggere questo romanzo proprio in questi giorni di Ottobre, con questi colori caldi, quest’aria tiepida che vorrebbe rinfrescarsi ma che ancora non ce la fa, con quest’atmosfera un po’ decadente, senza forza, che segna la fine di qualcosa e il principio di un’altra che forse non vuoi ancora, che immalinconisce senza intristire, perché l’autunno non distrugge nulla, trasforma e ridà, non tradisce mai, ritorna sempre…uguale.

Questo romanzo è l’autunno dell’amore.

Gli alberi ingialliscono, la passione perde colore, lo scricchiolio delle foglie secche sotto le scarpe fa lo stesso rumore degli equilibri di coppia logorati dal tempo, sentimenti ormai incartapecoriti che si sbriciolano al primo tocco.
Silenzi che assordano.
Perché “le coppie a un certo punto, smettono di parlare e cominciano soltanto a guardarsi. Smettono di parlare a tavola,  smettono di parlare in macchina, smettono di parlare nelle sale d’attesa degli ambulatori, smettono di parlare a letto. In passato lui e lei si erano amati da impazzire, ed erano stati ossessionati dall’idea di amarsi di meno. Oggi non ne possono più, e l’orizzonte della loro ossessione è mutato: controllano a che punto sia arrivata l’esasperazione e la noia dell’altro, vogliono capire chi dei due sta per esaurire la pazienza, chi è più vicino a mandare tutto a monte.”

Gli autunnali

Decadimento e ossessione

Romanzo a metà strada tra il cinico e il visionario.
Non risparmia colpi bassi sui rapporti coniugali, è spietato nel dipingere il decadimento del sentimento logorato dall’abitudine, ma allo stesso tempo imbastisce una tela piena di forme e di colori sull’amore immaginato, quello che non può finire perché in realtà non è neanche mai iniziato, eppure si fa motore di tutto.
Si fa ossessione, pazzia.
Basta una foto, degli occhi, il fantasma di un piede, l’idea di un amore che non ha conosciuto misura (quello di Jeanne Hebuterne per Amedeo Modigliani), un amore disposto a sacrificare tutto, non solo una vita, addirittura due.
Il desiderio di far rivivere, in qualche modo, questo amore totale è molto più forte della sua incarnazione, del suo possesso.
E parte il delirio.

Gli autunnali

Luca Ricci ha scritto un libro bellissimo con un protagonista pessimo, l’incarnazione dell’uomo che non vorremmo mai essere né incontrare.
Ma forse, quello che disturba maggiormente, è la consapevolezza che quest’uomo mediocre, insoddisfatto, insicuro, soffocato dal tempo che passa, intellettuale fallito e amante scaduto (quando non delirante o violento) è quanto di più vicino ci sia alla realtà.
Tristemente.
Finale centratissimo, inaspettato, bello. 

Dopo “L’amore e altre forme d’odio” (di cui ho sentito molti echi) e “Mabel dice sì“, Ricci si conferma un autore che mi piace, crudo, impietoso, ma anche molto poetico.

 

“Gli autunnali” di Luca Ricci, La Nave di Teseo . Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio