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“Nero chiaro quasi bianco” di Pippo Zarrella: recensione libro

La fascetta a firma De Giovanni parla chiaro, e crea aspettative che vengono mantenute: “Avido, disincantato, appassionato di insetti e truffatore. Per di più napoletano. Come non innamorarsi dell’avvocato Oreste Ferrajoli, e della scrittura acida, corrosiva e divertentissima di Pippo Zarrella? Segnatevi questo nome, perché ne sentiremo parlare. Eccome.”

Un libro divertente e ben congegnato questo romanzo scritto da Pippo Zarrella, avvocato di Salerno, scrittore con un paio di romanzi alle spalle e ora questo Nero chiaro quasi bianco, Neo Edizioni. Uscito meno di un mese fa, mette in scena le opere e i sotterfugi di un avvocato napoletano: Oreste Ferrajoli, che viene dalla periferia, ha sposato la ricca figlia di un imprenditore che ha un impero nell’industria alimentare, ora vive e lavora a Via dei Mille, pieno centro altolocato di Napoli.  Ferrajoli ha due particolarità: ama gli insetti, li colleziona; ed è un mentitore seriale.

Perché la bugia è un’arte, ma soprattutto può essere avvolgente e totalizzante. Un’intera vita dedicata alla bugia, quella del protagonista, e che coinvolge tutto e tutti. L’avvocato Oreste Ferrajoli ci ha costruito la sua fortuna: ha costruito un sistema di truffe alle assicurazioni ben congegnato, con l’aiuto di alcuni complici, di qualche mazzetta e di una serie di disperati pronti a tutto. Le cose sembrano andare bene, parecchi soldi, fin quando un immigrato coinvolto in una delle truffe, Babacar detto Babà, viene trovato morto.

Tutto quello che accade dopo, è una sorpresa dopo l’altra. Scopriamo che il castello di bugie costruito da Ferrajoli è gigantesco e fragile, scopriamo che non ci si può fidare di nessuno. Scopriamo che qualsiasi cosa può essere guardata da angolature diverse e assume significati diverse. Che se ci si spinge troppo oltre, si rischia grosso. E che le bugie hanno le gambe corte e alla fine, posso essere bianche se a fin di bene o nere se cattive. E, in fondo, non portano da nessuna parte.

Questo nuovo romanzo della Neo edizioni ci mostra le qualità del giovane avvocato Pippo Zarrella, che ha alle spalle un paio di romanzi per piccole case editrici e svariati racconti pubblicati in giro. Il background dell’autore si vede nelle varie tematiche sviluppate lungo le pagine – oltre al mondo dell’avvocatura, il tema degli immigrati è caro all’autore, che è impegnato in Onlus che seguono l’accoglienza dei migranti.

È un romanzo che coinvolge, è scritto bene, passa rapidamente da un registro comico a uno quasi da thriller. È un romanzo a tratti molto napoletano, nel senso che Napoli viene mostrata sia nei suoi luoghi (via dei Mille, il centro Storico, piazza Garibaldi, la periferia più degradata) sia in certe attitudini dei personaggi, in un taglio quasi caricaturale delle varie figure che si susseguono: i clienti dello studio Ferrajoli, la coppia di scagnozzi ( i fratelli Esposito) che aiuta a mettere in piedi le truffe, la moglie Marisa, l’amante Teresa, l’amico Gigino, sono tutti personaggi molto napoletani.

La scrittura di Zarrella è molto agile, i capitoli brevi si lasciano leggere, anche con un evidente effetto traino tra l’uno e l’altro. Quasi in ogni finale di capitolo, c’è un colpo di scena che fa di questo libro un vero page-turner. La lettura scorre via veloce e i colpi di scena non mancano. Curiose le parentesi dedicate agli insetti, gli unici esseri che conoscono la verità, e che rendono il protagonista davvero un personaggio originale. Attendiamo l’autore alla prossima prova, con curiosità e fiducia.

“Nero chiaro quasi bianco” di Pippo Zarrella, edizioni Neo. Libri da Leggere.

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