Centenario Italo Calvino

I colori delle città invisibili di Italo Calvino [foto]

Era il 1972, quando, con “Le città invisibili”, Italo Calvino aprì le porte ad una riflessione che, ad oggi, risulta ancora fortemente attuale: le megalopoli moderne che, con la loro espansione rapida ed incontrollata, non lasciano più alcuno spazio all’individuo.  

Calvino, attraverso il dialogo fra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari, Kublai Khan, narra, così, di città dal nome di donna, senza luogo, senza forma e senza storia. Paesi che profumano d’Oriente ed emergono dal mondo dei sogni solo come proiezioni dalle forme allungate. Realtà schiacciate dal peso dei sistemi megalopolitani in eterno sviluppo, che lentamente perdono sostanza, cancellano i propri margini e svaniscono senza più lasciare traccia. 

Cinquantacinque città reali, immaginarie, frutto di fantasia, che colpiscono e attraggono il Gran Khan, così come il lettore, catturato dalle vivide descrizioni calviniane. Perché, allora, non tracciare i lineamenti di questi spazi di affabulazione dai contorni sinuosi e dai colori vividi? Perché non ancorarli ad una nuova materialità che gli consenta di non sparire nel tempo? Perché non regalare una rappresentazione visiva a dei luoghi dell’immaginazione così tanto ammalianti? 

A questa richiesta, nel 2014, hanno risposto, con entusiasmo e grande abilità, tre artisti dell’Ohio: Leighton Connor, Matt Kish e Joe Kuth, che si sono impegnati nell’arco di un anno, a dar forma, attraverso i propri disegni, a tutte “le città invisibili”, ispirandosi alle descrizioni fornite dall’autore. Tutte le cinquantacinque illustrazioni sono state, poi, raccolte in un blog sulla piattaforma tumblr, con il titolo “Seeing Calvino”. 

Ecco alcuni esempi degli splendidi disegni prodotti dai tre artisti, con i relativi estratti dell’opera calviniana: 

Zobeide (by Matt Kish)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Di là, dopo sei giorni e sette notti, l’uomo arriva a Zobeide, città bianca, ben esposta alla luna, con vie che girano su se stesse come in un gomitolo”

Anastasia (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Di capo a tre giornate, andando verso mezzodì, l’uomo si incontra ad Anastasia, città bagnata da canali concentrici e sorvolata da aquiloni”

Laudomia (by Matt Kish)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“E allora la Laudomia dei morti e quella dei non nati sono come le due ampolle d’una clessidra che non si rovescia, ogni passaggio tra la nascita e la morte è un granello di sabbia che attraversa la strozzatura”

Isidora (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“All’uomo che cavalcava lungamente per terreni selvatici viene desiderio d’una città. Finalmente giunge a Isidora, città dove i palazzi hanno scale a chiocciola incrostate di chiocciole marine”

Eutropia (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Entrato nel territorio che ha Eutropia per capitale, il viaggiatore vede non una città ma molte, di eguale grandezza e non dissimili tra loro, sparse per un vasto e ondulato altopiano. Eutropia è non una ma tutte queste città insieme”

Despina (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differente a chi viene da terra e a chi dal mare”

Zenobia (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“È inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati”

I colori delle città invisibili italo calvino

Eusapia 
(by Joe Kuth)

(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Non c’è città più di Eusapia propensa a godere la vita e a sfuggire gli affanni. E perché il salto dalla vita alla morte sia meno brusco, gli abitanti hanno costruito una copia identica della loro città sottoterra”

I colori delle città invisibili italo calvino
Tecla (by Matt Kish)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci”

I colori delle città invisibili italo calvino
Fedora (by Leighton Connor)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello di un’altra Fedora.”

Valdrada (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Così il viaggiatore vede arrivando due città: una diritta sopra il lago e una riflessa capovolta. Non esiste o avviene cosa nell’una Valdrada che l’altra Valdrada non ripeta”

I colori delle città invisibili italo calvino
Pirra  (by Leighton Connor)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“A lungo Pirra è stata per me una città incastellata sulle pendici d’un golfo, con finestre alte e torri, chiusa come una coppa, con al centro una piazza profonda come un pozzo e con un pozzo al centro. Non l’avevo mai vista”

I colori delle città invisibili italo calvino
Adelma (by Matt Kish)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Pensai: ‘Se Adelma è una città che vedo in sogno, dove non s’incontrano che morti, il sogno mi fa paura. Se Adelma è una città vera, abitata da vivi, basterà continuare a fissarli perché le somiglianze si dissolvano e appaiano facce estranee, apportatrici d’angoscia. In un caso o nell’altro è meglio che non insista a guardarli'”

Olivia (by Leighton Connor)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Se ti descrivo Olivia, città ricca di prodotti e guadagni, per significare la sua prosperità non ho altro mezzo che parlare di palazzi di filigrana con cuscini frangiati ai davanzali delle bifore; oltre la grata d’un patio una girandola di zampilli innaffia un prato dove un pavone bianco fa la ruota.”

I colori delle città invisibili italo calvino
Ottavia (by Joe Kuth)
(Riproduzione autorizzata dall’artista)

“Ora dirò come è fatta Ottavia, città – ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa.”

Leighton Connor, Matt Kish e Joe Kuth hanno reso, con il loro lavoro, visibile l’invisibile, donando foggia e consistenza a ciò che era destinato a perderne. Quello che Calvino stesso definirà in un’intervista “un ultimo poema d’amore alle città” trova, così, una sua dimensione nuova, brillante e multiforme; e chissà che non siano proprio questi splendidi disegni, a convincerci, finalmente, che è arrivato il momento di aprire gli occhi. 

“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” 

L’opera completa del progetto “Seeing Calvino” è disponibile al sito Seeing Calvino.

I disegni prodotti singolarmente dei tre artisti sono visibili ai siti web: Leighton Connor, Matt Kish e Joe Kuth.

Ringrazio Leighton Connor, Matt Kish e Joe Kuth per aver autorizzato me e the Bookadvisor, a riprodurre le immagini della loro splendida arte. 

The BookAvisor dedica una intera sezione al centenario di Italo Calvino, dove saranno raccolti materiali, recensioni, spunti, approfondimenti e idee relative all’autore italocubano: Centenario Italo Calvino.

Articolo a cura di Angela Finelli.

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Angela Finelli

Classe 1987. Nata a Napoli, tra i vicoli e l'odore del ragù lasciato a "pappuliare" a fuoco lento già dall'alba. Amante dei libri da sempre, della buona cucina e delle mete insolite. Dipendente dal caffè, dalle risate spontanee e da quella punta di follia che rende la vita imprevedibile. Fiera sostenitrice del potere delle parole e dei sussurri nascosti tra le righe, quelli che lasciano un'impronta nella memoria e i brividi sulla pelle.

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