Posto sbagliato, momento sbagliato
Nel romanzo di Gillian McAllister, l’angoscia di una madre che vuole trovare le risposte
Inizio di grande fascino per “Posto sbagliato, momento sbagliato” di Gillian McAllister. Nei tranquilli quartieri residenziali di Liverpool l’orologio ha appena battuto la mezzanotte. Jen aspetta alla finestra, con una certa apprensione, che il figlio diciottenne torni a casa. A un certo punto scorge il ragazzo in lontananza, ma non è da solo. In pochi istanti Jen lo vede uccidere un uomo a pugnalate. Non ha idea di chi sia la vittima e del motivo che ha spinto il figlio, fino ad allora ragazzo modello, a compiere il delitto. Quando la polizia interviene e lo porta in commissariato, a Jen e al marito non resta che tornare a casa e aspettare l’intervento dell’avvocato il giorno dopo. Ma il giorno dopo nulla è come sembra, perché, forse, il giorno dopo non esiste.
Con un incipit mozzafiato ha inizio “Posto sbagliato, momento sbagliato”, thriller avvincente e originale, in cui il punto di forza risiede nel saper bilanciare perfettamente la suspence della narrazione principale con aspetti del quotidiano che indagano il mondo dell’adolescenza, i legami familiari, i rapporti di coppia.
SUSPENCE E INDAGINE PSICOLOGICA
Un meccanismo narrativo geniale, che ci porta dritti nell’abisso di una madre che vuole trovare le risposte conducendo un’indagine a ritroso, dove ogni giorno le viene concesso un tassello in più per comporre il mosaico finale della storia. Jen scoprirà, così, particolari della vita del figlio e del marito di cui era all’oscuro e che le svelano verità inimmaginabili. Ogni mattina, al risveglio, la donna sa che quello che sta per vivere è un momento fondamentale per venire a capo di quanto successo, ma non sa cosa deve fare per mutare il corso degli eventi. Quali sono le sue responsabilità? Il modo in cui ha finora svolto il ruolo di madre può essere una delle cause del comportamento del figlio? E cosa sa esattamente il marito?
VERITÀ INATTESE
Difficile recensire questo thriller senza spoilerare troppo, basta dire che al secondo capitolo non resta che riprendersi dallo stupore, sedersi comodi e godersi il viaggio. Dopo aver tributato il giusto applauso alla genialità della scrittrice. Gillian McAllister, regina della suspence e già autrice di bestseller di fama mondiale, ci regala una narrazione avvincente che chiama in causa il senso di colpa e il timore di una genitorialità inadeguata, e riesce magistralmente a unire l’aspetto dell’indagine alla prospettiva psicologica, dando vita a un clima di tensione crescente che tiene incollati alla pagina dall’inizio alla fine.
IL VINO
L’abbinamento giusto per questa lettura è un Amarone della Valpolicella DOCG, un vino straordinario e complesso, nato per caso da una botte di Recioto dimenticata in cantina. Con il passare del tempo i lieviti avevano trasformato gli zuccheri in alcol facendo diventare il vino da dolce a secco, ovvero amaro. A testimonianza di come, a volte, apparenti errori possano dar vita a risultati pregevoli, come nel libro della McAllister.
LE CITAZIONI
“Aveva sempre trovato la maternità difficilissima. Per lei era stata un vero shock. Una riduzione enorme del tempo a sua disposizione. Non faceva bene niente, né al lavoro né a casa. Per quello che le era sembrato un intero decennio non aveva fatto altro che spegnere incendi sia lì che qui e solo recentemente ne era venuta fuori. Ma forse il danno era già stato fatto”.
“Com’è sinistro rivivere la propria vita a ritroso. Vedere cose che la prima volta non si erano viste. Capire l’orribile significato di eventi che non si aveva idea si stessero svolgendo tutto intorno”. Da “Posto sbagliato, momento sbagliato”.
“Posto sbagliato, momento sbagliato”, Gillian McAllister, Fazi editore, a cura di Sopra le righe.