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“Una cosa per la quale mi odierai” di Erica Mou: un viaggio nei ricordi di chi resta

“Abbiamo tutti un’immagine preferita delle persone che conosciamo. Una sorta di copertina dell’album della loro vita, un quadro che per primo ci balena nella mente sorpassando tutti gli altri momenti fissati negli occhi, una specie di figurina Panini incollata nella testa”.

Trama

Quando è poco più che una ragazzina, sulla rampa di lancio della carriera che ha sempre desiderato, Erica viene costretta da sua madre, Lucia, ad ascoltare quello che ha da dirle, “Una cosa per la quale mi odierai”.

La frase, pronunciata in cucina, un giorno che sembra uguale agli altri, porta Erica fuori strada. Teme si riferisca al suo spericolato progetto di andare a vivere con l’uomo che ama.

Ma no, non è quello, magari fosse quello. Lucia, professoressa di matematica di 54 anni, le comunica di avere un tumore. Parte da lì, da quel momento in cui tutto comincia a finire, il racconto che Erica Mou fa della malattia di sua madre.

Un racconto senza enfasi – lieve pure quando si fa amarissimo – che si appoggia sulle parole che la donna stessa, giorno dopo giorno, ha affidato al suo diario, per esorcizzare il dolore e la paura. Così oggi, in quel futuro immaginato che intanto è diventato presente, Erica trova il coraggio di leggerlo; di ripercorrere i nove mesi della malattia di sua madre proprio mentre vive i nove mesi che la renderanno mamma.

In un dolente, tenero e perfino divertente scambio di voci, Erica ritroverà e riconoscerà Lucia, la sua Lusi, i pensieri che ha lasciato per lei, per suo padre Dino, e per suo fratello Mirto.

Una collezione di ricordi che, come fiori, arricchiscono l’istantanea di una famiglia in jeans e maglietta nell’Italia agli albori del nuovo millennio. La promessa di non dimenticarsi.

“Una cosa per la quale mi odierai” di Erica Mou: recensione

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La morte è un buco nero, una voragine che si apre improvvisa alle nostre spalle e che segna un prima e un dopo. Un tempo in cui uno dei nostri genitori è lì e un tempo dove si deve imparare ad “essere” senza di loro. Essere adulti senza ricevere consigli, essere genitori senza poter dare dei nonni ai nostri figli, essere laureati senza l’abbraccio commosso e pieno di orgoglio.

Alla morte non si è mai pronti, nemmeno quando la si aspetta come ultimo rimedio per porre pace ai tormenti di chi amiamo. Nemmeno quando arriva dopo tanto dolore; la morte resta una voragine che non ci permette di tornare indietro.

Il viaggio di Erica e della sua famiglia, la malattia della madre che rompe la normalità di una vita che normale deve cercare restare, per permettere a chi se ne va di non preoccuparsi di chi resta.

Un diario nel diario in cui Erica Mou racconta il percorso che la porta a confrontarsi con la malattia della madre, con la sua morte e a fare i conti con la vita che incessante continua a girare intorno a lei, attraverso frammenti delle pagine in cui la donna appunta le fasi, e le frasi, della sua malattia.

Barlumi di speranza cui aggrapparsi che divengono pietre che trascinano a fondo quando le cose non vanno come previsto. Lucia, fragile e coraggiosa donna che percorre una strada ormai segnata con dignità e compostezza.

Pagine intense e toccanti, che fanno salire le lacrime per quei ricordi che condividiamo tutti noi figli. Memorie cariche di amore che ci sembra di dover maneggiare con cura tanto sono delicate, il dono che Erica Mou fa a tutti i lettori, nel lasciarli entrare nel racconto di una parte di vita che se ne va è prezioso.

Un romanzo struggente che tocca le corde profonde del legame indissolubile tra genitori e figli.

“Riempire vuoti diluisce il dolore, stempera l’angoscia. Non sei più sola! Sto piangendo dalla commozione”

Biografia dell’autrice

Erica Mou è una cantautrice pugliese con una scrittura originale che coniuga la grande tradizione cantautorale italiana con le sonorità pop-folk tipiche del Nord Europa. Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria giovani vincendo il Premio della Critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv. Collabora più volte con il mondo del cinema e nel 2014 è candidata al David di Donatello per la Migliore Canzone Originale. Attualmente è in tour con lo spettacolo teatrale Un’ultima cosa insieme a Concita De Gregorio e sta lavorando al suo settimo album. Il suo romanzo d’esordio, Nel mare c’è la sete (Fandango 2020), è stato pubblicato nel Regno Unito, Australia e India.

Recensione: “Una cosa per la quale mi odierai” Erica Mou, Fandango Libri pagine: 194 prezzo: 16,00 €. Recensione a cura di Morena Di Giulio per Lib(e)ri di leggere.

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Morena Di Giulio

Classe 1984, dopo una laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo lavora prima come redattrice di cronaca in varie testate locali, per poi approdare nel mondo della radiofonia senza mai mettere da parte il suo grande amore per la lettura e l'editoria. Storica mancata, giocatrice di ruolo, appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Nel cassetto dei sogni, fare il giro del mondo.

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