Ingannarci, a volte, ci riesce bene. Prendere in giro se stessi è facile, basta negare l’evidenza dei fatti, anche quelli più scaltri e sagaci ci riescono benissimo. Imbarbarire la mente con pensieri astrusi è la norma per chi cerca di mettere ordine nella propria vita. Quando ci sono i sentimenti, poi, si diventa sconosciuti a se stessi.
In Portami al sicuro di Emma Margari sei la storia delle protagoniste che non finisce mai se non sei tu, lettore, a mettere il punto. E poi, è necessario chiudere ciò che puoi raccontare continuando quello che gli scrittori ci lasciano su carta? Ognuno darà una risposta sulla base di ciò che sente. E le donne, amiche, di Portami al sicuro sentono che qualcosa in loro deve cambiare. Lo avvertono e non possono sottrarsi all’evidenza della realtà. Se continuassero su questa strada si prenderebbero in giro da sole. Sarebbero disoneste con se stesse. Loro, hanno saputo ascoltarsi, ascoltare e parlare. Il confronto e lo sfogo emotivo con chi ti puoi fidare vale più dei muri che si innalzano per proteggerci. Riusciremo a capire sempre qual è il nostro posto sicuro per fermarci, per prendere fiato e ripartire.
Lineare la narrazione. Lo stile è pulito. La storia è addensata da troppi dialoghi che fanno perdere slancio verso l’immaginazione. Senti tutto, emozioni, stati d’animo, ma non riesci a vedere. Mancano i dettagli, le descrizioni, il non detto che fa muovere l’immaginazione del lettore.
“Portami al sicuro” di Emma Margari, edizioni Icaro. Dream Book.