Un libro tra le mani

“L’oro è giallo” di Benedetta Fallucchi, recensione: Un libro tra le mani

L’ORO È GIALLO“, di Benedetta Fallucchi.

É possibile scrivere un libro sulla vescica, sulla pipì, e fare in modo che questo libro sia anche un libro molto bello e interessante?

Sì, è possibile, Benedetta Fallucchi l’ha fatto.

La protagonista del romanzo è ossessionata dalla propria vescica, dall’esigenza di fare pipì, dal timore dei bagni pubblici, dagli incubi notturni di bagni senza porte o con pareti trasparenti… e attraverso il racconto di episodi e traumi della sua infanzia, della sua adolescenza e del suo presente di donna con un figlio piccolo e un marito troppo assente, ci parla del senso di vergogna, di quando ha preso posto nella sua vita sedendosi a capotavola, ma soprattutto di liberazione.
Liberazione nei rapporti con gli altri e con il proprio corpo.

La vescica può diventare contenitore di ansie e di sentimenti o desideri repressi troppo a lungo, gli Inuit (piccolo popolo dell’Artico) ritengono addirittura che proprio lì risieda l’anima di ognuno di noi e che quindi i suoi bisogni siano specchio di esigenze piu profonde.

Rompere il muro dei tabù

Grazie ad una storia e una scrittura irriverente, provocatoria, ma sempre elegante ed intelligente, l’autrice rompe il muro dei tabù che ruotano intorno alle escrezioni del corpo, quelle che non devono essere mai menzionate esplicitamente, sulle quali ci si aspetta che un adulto abbia pieno controllo e disciplina.
Ma rompendo tale muro ci si accorge che di minzioni femminili è pieno anche il mondo dell’arte, dell’architettura e del cinema.

Alternando narrazione e digressioni di natura artistico/culturale Fallucchi sviscera l’argomento sotto diverse prospettive: fisiologiche, psicologiche e storico-sociali.

Basti pensare che agli innumerevoli putti delle varie fontane sparse per il mondo, col tempo, sono state affiancate anche figure femminili nell’atto di urinare, come la “jeanneke pis“, costruita secoli dopo il “manneken pis” a Bruxelles, bambina accovacciata con le mani sulle ginocchia nell’atto di fare pipì, o i quadri di Francoise Boucher de “L’occhio indiscreto“, o ancora l’opera “Pee body” di Kiki Smith e il quadro di Gauguin “Te poi poi” in cui si percepisce chiaramente la minzione come un’azione placida e naturale, in un paradiso privo del peccato originale e di quel senso di vergogna legato a qualcosa di sporco che deve essere nascosto.
Molto forte, di grande impatto, la performance di Regina José Galindo, “Piedra“, e le fotografie di Sophy Rickett intitolate “Pissing Women“, tre ritratti di donne che fanno pipì in piedi in tre strade di Londra in una sorta di parodia del pene.

Bellezza lucente

Rompendo il muro dei tabù che circondano i bisogni del corpo, Fallucchi ci mostra come essi possano assumere un senso e un significato nuovo, quasi lucente.
D’altronde “non si dà bellezza né candore senza l’abietto che perturba, che stravolge, che tradisce, che insozza.”

Un libro estremamente interessante e scritto davvero molto bene, un libro in cui mi sono spesso ritrovata e che mi ha decisamente arricchito.

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“L’oro è giallo” di Benedetta Fallucchi, Hacca edizioni . Un libro tra le mani.

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

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