Dream Book

“L’occhio della farfalla” di Costanza Savini: recensione libro

Sapere le cose, anche quelle che nessuno ti dirà mai, equivale a mostrarsi interessati alla vita. Scoprirle da soli, poi, aumenta l’ebbrezza della curiosità. Andare fino in fondo alle questioni per cercare la parte dritta ti mette a terra, ti abbassa le difese e ti rafforza. Certo, non sempre ci riesci.

L’occhio della farfalla

Quando va bene premi la determinazione con una nuova scoperta. Sapere non è mai abbastanza e non sapere affatto limita ciò che siamo nella quotidianità. Ognuno lo comprenderà camminando, ascoltando. Qualora dovesse sentirsi inadeguato, correrà ai ripari oppure resterà com’è. Uno con “l’infinito nella testa” invece sarà libero e mai solo. Ad accompagnalo la volontà di sapere, di arrivare all’anima delle cose.

Nel romanzo L’occhio della farfalla di Costanza Savini sei parte della famiglia Nicolis riunitasi quasi tutta sul Lago di Garda nella villa che ha visto nascere i suoi membri e morire alcuni di loro. Siamo a cavallo tra il 1943 e il 1945. La seconda guerra mondiale porta via tutto, anche i sogni. Ma la voglia di sapere, di scoprire, di conoscere, nessuno può toglierla. Lo sa bene Nina che presta occhio ai segreti, ai silenzi di Villa Nicolis, un tempo abitata da due preti che cercavano di portare alla luce qualcosa che nessuno aveva mai spiegato.

Brillante la storia. Affascinate la narrazione anche nel suo stile diretto ed evocativo. Il lettore viene ammaliato sin dalle prime battute e non resterà deluso in niente.

“L’occhio della farfalla” di Costanza Savini, Edizioni Oligo. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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