Il potere acceca la mente. Spesso, per raggiungerlo si mette in scena una farsa che nasconde i veri obiettivi ed incensa nomi che servono al proprio scopo. Tutto si costruisce come una grande menzogna. Così si depistano quelle scelte dettate dall’avidità di arraffare il potere, specie quando si è ad un passo dall’ottenerlo.
In L’artista e il signore di Urbino di Chiara Montani ti addentri in una rete fittissima di intrighi che sfociano in alcuni delitti. Urbino rinascimentale, dove arte e potere convivono in precario equilibrio. Il pittore Piero della Francesca è stato chiamato ad Urbino perché si intende far diventare la città un punto di riferimento per l’arte e la cultura. Il castello di Federico da Montefeltro è un continuo viavai di artisti. Anche Lavinia è ospite a palazzo del conte e signore di Urbino. Lei è nipote del maestro Domenico Veneziano e nella sua bottega ha appreso i segreti della pittura. Anche Lavinia è una pittrice, ma non può dirlo a nessuno perché è un mestiere che non si addice ad una donna. Ad Urbino muore in circostanze poco chiare il medico di corte, Bastiano del Colle. Nelle mani stringe un componimento inquietante, firmato Nemesis, la dea della vendetta. Nella poesia si accusa il conte di Urbino di crimini atroci e il testo termina con la promessa di altre tre rivelazioni sconvolgenti. Lavinia, che conosce Piero della Francesca, quando scopre che il pittore è coinvolto nel mistero della morte del medico, capisce che deve aiutarlo a risolvere il caso.
Il romanzo è avvincente. La narrazione è ben strutturata. Alcuni passaggi potrebbero innescare qualche lieve dimenticanza di certi nomi, ma tutto poi rientra nell’ordine della storia che si scioglie tra colpi di scena e suspense. La scrittura è pulita, coinvolgente ed evocativa.
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“L’artista e il signore di Urbino” di Chiara Montani, edizioni Garzanti. Dream Book.