Ci sono libri inaspettati. Sono quelli che ti sorprendono per un sacco di motivi. Arrivi addirittura a pensare di perdere colpi per il solo fatto di non esserti accorto prima di quel tale romanzo. Ti chiedi se sei stato distratto tu o se quegli scrittori siano stati oscurati da una inappropriata o quanto meno scarsa promozione editoriale.
In La fabbrica del santo di Leonardo Gliatta vivi l’inquietudine di alcuni ragazzi che comprenderanno sulla propria pelle e su scelte di vita fatte cosa voglia dire essere se stessi. L’identità di ognuno può fare mille giri prima di appiccicarsi addosso ad un nome e cognome. E se un cognome non ce l’hai perchè tutti hanno accorciato finche il nome devi trovare la salvezza da solo, la soluzione ai problemi e crescere con personalità. Sta a te scegliere se essere santo o dannato in un paese in cui un Santo c’è per davvero, a San Giovanni Rotondo, dove anche l’aria sa di spiritualità e di affari, terra di miracoli e di offerte. Di business per tutti gli altri. Lo sanno Salvatore e Valentino, due amici di cui uno vuole arrivare in cima al mondo e l’altro stare bene per quello che sente e che è diventato.
Fantastica la prosa, sorprendente la storia. La narrazione scorre che è una bellezza. Sa scrivere Leonardo Gliatta e sa emozionare. Bravissimo.
“La fabbrica del santo” di Leonardo Gliatta, Edizioni Ianieri. Dream Book.