Dream Book

“La fabbrica dei destini invisibili” di Cécile Baudin: un affresco storico dalla portata umana intrigante

I fili delle storie sono singoli, sparsi e ad intreccio. Lo spessore, sottile o corposo, dipende dalla sostanza che vi è contenuta. Alcuni si sfibrano, altri resistono. Esattamente come la verità. Se quest’ultima è alla portata di tutti si rafforza patendo anche quell’indebolimento di chi vuole oscurarla.

Quando, invece, la verità di alcuni fatti disdicevoli appartiene a pochi si insabbia, perché scomoda ed oltremodo pericolosa. Allora, la si occulta attraverso fili che finiscono in matasse sbagliate che raggomitolano tutto quello che si deve tacere. La verità appartiene ad un solo filo. Eppure, spesso viene inquinata da altri filamenti spuri ed impuri che si intrecciano sino a comporre un’altra storia, falsata, sulla base di quel filo madre da spezzare per forti interessi. A volte, si perdono molte cose. Si lasciano andare presi dal turbinio di questioni che si presentano ogni giorno. Le ultime, in ordine di tempo, fanno slittare anche le più importanti. L’urgenza di appianare i conti, indistintamente, lascia nelle retrovie anche quei dettagli che potrebbero rivelare qualcosa di molto interessante, se si presta attenzione ad alcuni richiami della verità. Cercarla è un dovere, raccontarla un diritto.

In La fabbrica dei destini invisibili di Cécile Baudin entri in una storia che si intreccia a più livelli, dal più basso al più alto. La rivoluzione industriale ha portato dei cambiamenti nel mondo del lavoro. Tanti, però, sono anche i lati oscuri che la dominano. Sebbene i ritmi nelle fabbriche siano regolamentati dalle nuove leggi sul lavoro, che garantiscono salari migliori e orari più umani, ci sono ancora centinaia di donne sfruttate nelle soffitte delle case, dove si lavora fino a tarda sera. Claude Tardy, per difendere i diritti di queste operaie invisibili, diventa ispettrice del lavoro. Una sera di dicembre, del 1893, viene chiamata ad indagare sulla morte sospetta di un operaio. La faccenda si complica tre mesi dopo. Nelle acque di un lago viene rinvenuto il cadavere di un altro operaio. Le due vittime si somigliano come due gocce d’acqua e sembrano legate ad un convitto di suore, dove le giovani lavoratrici delle seterie sono ospitate fino al giorno del matrimonio. La verità porta a galla una realtà brutale e sommersa che coinvolge uomini potenti e pericolosi, imprenditori e politici, contro operai e orfane.

Il romanzo è un affresco storico dalla portata umana intrigante. La storia è ben raccontata. La scrittura lascia un poker di emozioni e di presa di coscienza forti.

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“La fabbrica dei destini invisibili” di Cécile Baudin, edizioni Nord.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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