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“La biblioteca dei fisici scomparsi” di Barbara Bellomo: recensione libro

Le cose lasciate in sospeso si ripresentano in modo inaspettato. Basta un ricordo, una foto, una chiacchierata, una immensa infelicità, per tornare a ciò che si è lasciato senza chiudere il cerchio. Allora, la memoria ti trascina dove hai avuto un punto fermo oppure d’inizio in qualcosa di importante, rendendo poi sdrucciolevoli i pensieri. La contezza dei fatti, prima, e l’incognita, dopo.

Però, quei ricordi si curvano sulla tua schiena, si modellano quasi a diventare un tutt’uno con le emozioni del momento. Più scavi nel promontorio della felicità di un tempo e più ti è chiara la portata della situazione che vivi come una menzogna ben raccontata agli ingenui. Passano le stagioni, ma ciò che è rimasto sospeso, evanescente pulviscolo di bellezza interiore, influenza le scelte future anche se si prendono strade alternative, di comodo, di salvezza. Per riempire il vuoto dell’incertezza dando corpo ad una nuova narrazione, da scrivere secondo le tue decisioni, seguendo la tua volontà e dando libero accesso ai desideri, ti riappropri del passato. Costruisci, così, un passaggio che ti porti verso la verità. Le circostanze congelate da un espediente del tutto inaspettato e incredibile sbarrano il passo alla frenesia delle emozioni.

In La biblioteca dei fisici scomparsi di Barbara Bellomo conosci una storia fatta di polvere e di attesa. Ida lavora nella biblioteca di via Panisperna, a Roma. Sono gli anni Trenta. In quelle aule lavorano importanti studiosi di fisica. Lei, grazie a quel posto, ha cambiato la sua vita. E’ indipendente e libera. Lì diventa amica di uno studioso, Ettore Majorana. Incontra anche Alberto, l’amore vero. Poi, tutto cambia. Il padre le ha scelto un marito e non le resta che vivere di rimorsi custodendo un segreto. Il gruppo di fisici si divide, fino alla scomparsa di Majorana. E’ la fine di un’era. Passano gli anni, Ida è adulta e sposata,  recita la parte della donna felice. Per non soccombere a se stessa, torna con la mente al passato. Coltiva la speranza che Ettore Majorana non sia morto, ma abbia deciso solo di cambiare vita in un altro Paese forse perché le ricerche scientifiche stavano diventando troppo pericolose. Si vocifera che con il fisico ci sia anche l’amico e collega Alberto. Ida è consapevole che deve affrontare il destino, fatto di ombre che intende spazzare per cercare la verità.

Il romanzo è delicato. La storia sfonda la porta del passato per arrivare ad una quiete interiore. La scrittura è ben bilanciata nei due spazi temporali che costruiscono il racconto. La narrazione consegna al lettore la chiave per liberarsi di alcuni dubbi che impediscono i passi quotidiani.      

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“La biblioteca dei fisici scomparsi” di Barbara Bellomo, edizioni Garzanti.  Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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