Ribellarsi alle storture che il potere impone è un atto rivoluzionario. Una trasgressione che diventa battaglia, soprattutto in difesa delle fasce deboli. Le cose che non vanno, se si è privi di senso critico, politico, ideologico, saranno sempre le stesse, oppure peggio. La rottura nasce dall’affermazione del diverso. Bisogna avere un’alternativa nuova, efficace, che allarghi la prospettiva di vita della società.
In Estella La vita straordinaria e dimenticata di Teresa Noce di Valerio Varesi conosci la storia dell’ideatrice dei “Treni della felicità” che, a partire dal 1945, sottraggono molti bambini alla miseria. Estella è lo pseudonimo partigiano con cui la chiama Togliatti. Per lei la politica è una vocazione. È anche la passione e la determinazione che la spingono ad intraprendere importanti battaglie, soprattutto a tutela delle donne: parità salariale, servizi a favore della maternità, riconoscimento della pari dignità nella carriera. Teresa Noce combatte in Spagna, vive da clandestina in Francia, prende parte alla Resistenza. Ha conosciuto l’orrore nei campi di concentramento, ne è uscita viva ma martoriata. Da sindacalista e da parlamentare si batte in prima linea per rialzare l’Italia dalla rovina. L’essere donna è il suo punto debole. L’aver contribuito a scrivere la Costituzione della neonata Repubblica non la salverà dagli spietati attacchi di un mondo ancora fortemente maschile. Lei continuerà a lottare.
Il romanzo è straordinario. La storia è preziosa, importante. Estella è un libro da studiare, a qualsiasi età. La scrittura è passionale.
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“Estella” di Valerio Varesi, edizioni Neri Pozza. Dream Book.