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“Nello sguardo della volpe” di Paolo Palladino: recensione libro

“Se te fossi veramente ‘nnamorato, e sapessi che ‘gni sera potrebbe esse’ l’ultima da’a vita tua o da’a sua, nun faresti quarsiasi cosa pe’ potella rivedè, pure solo pe’ ‘n’istante?” -Nello sguardo della volpe-

Citazioni che più ho apprezzato del libro:

-“Si era spinto piuttosto oltre le sue capacità, gettando il cuore oltre l’ostacolo senza preoccuparsi se il corpo lo avrebbe seguito o meno.”

-“Conscio che l’amore è quella cosa che entra in casa tua anche quando non vorresti, ti lascia i segni, ti toglie il sonno e ti sussurra all’orecchio mentre cerchi di non pensarci. Tendenzialmente, che l’amore è una zanzara. “

-“Quanno la vita ‘nte da ‘ncazzo, tu te c’abbitui e nun te lamenti manco troppo quann’è ch’è la fine. Quanno ‘nvece te da tutto, e mejo ancora, te pensi che dà tutto, quanno poi te lo toje, ce rimani demmerda”

-“Perché alle volte il Destino si sforza per servirti le carte migliori, ma tu stai giocando a scacchi. E non sai neanche come si gioca. “

Trama di “Nello sguardo della volpe”

Nello sguardo della volpe è la storia di un’ossessione, intrisa di realismo magico in salsa romana. Il protagonista della vicenda è Jacopo, che alla visione di una volpe, per lui rappresentante di entità extrasensoriali, si convince che a Melissa, sua ex fidanzata, sia accaduto qualcosa di orribile. A nulla varranno i tentativi di dissuasione del suo migliore amico, il barista Ludovico: nei cinque giorni in cui si svolge la storia Jacopo sprofonda sempre più in una spirale di incubi, presagi e apparizioni ultraterrene. Anziane guide inaspettate come il signor Aristide e antichi nemici come il Solitario torneranno ad affacciarsi sulla vita di Jacopo, la cui chiusura cupa al mondo si contrappone alla vita nel bar di Ludovico, un caleidoscopio di personaggi bizzarri e dialoghi paradossali.

“Nello sguardo della volpe” di Paolo Palladino: recensione libro

“Nello sguardo della volpe” è il titolo del romanzo di esordio di Paolo Palladino. Stiamo parlando di un romanzo piuttosto breve, scorrevole, giovane, divertente ed intrigante.

Ricco di descrizioni…

Il primo punto a favore di questo romanzo che mi sento di sottolineare, essendo amante delle descrizioni, è che sin dall’inizio ogni sensazione, ogni dettaglio, ogni luogo vengono descritti alla perfezione permettendo al lettore di entrare perfettamente nella narrazione ed immedesimarsi nella vicenda insieme ad il protagonista. Una delle descrizioni che più mi ha colpita è quella del caffè durante l’ordinazione al bar che mi ha talmente fatta sorridere che ora ho voglia di entrare nel primo locale che mi capita a tiro solo per poter ordinare “un caffè d’orzo schiumato con latte di soia e dolcificato con la stevia aromatizzata alla vaniglia servito in tazzina di vetro calda ma con il cucchiaino freddo e piattino tiepido”. Soffermandomi ancora sulle descrizioni devo dire che i personaggi, ognuno di loro, è descritto meravigliosamente sia fisicamente che caratterialmente… Ah e io caratterialmente mi sento tanto come Jacopo, il protagonista.

amore…

Un altro particolare che mi ha colpita è che in alcune pagine viene descritto un innamoramento adolescenziale timido, impacciato e fatto di mille sguardi e zero parole… Chi non ne ha mai vissuto uno?

dialoghi realistici e confidenziali…

I dialoghi presenti nel romanzo sono estremamente colloquiali e quindi, a mio parere, realistici. Si tratta di dialoghi in cui viene mischiato un po’ di dialetto, parolacce (mai volgari), modi di dire… Insomma, avete presente Ammaniti? Ecco, qualcosa del genere.

Leggere questo libro in sessione e ritrovarci aneddoti su università, esami, esami bocciati, professori impossibili e compagni di studi con evidenti dipendenze da caffeina, tabacco e cazzeggio è stato divertente e a tratti rincuorante… Non sono l’unica ad avere l’odio per determinati esami e dipendenze simili? Ammetto che invece altre situazioni descritte in contesto universitario mi hanno salire il cuore in gola, l’ansia, la rabbia e mi sono quasi disperata insieme a Jacopo in alcune occasioni.

Il bar dove si svolgono molte delle scene diventa il ritrovo di anime, vite e storie che l’autore riesce a gettare nella narrazione con disinvoltura, ma permettendo loro di lasciare il segno.

Il finale, seppur completamente in linea con tutta la precedente narrazione eppur riprendendo molti dei dettagli descritti nel corso di tutta la storia mi ha sconvolta. Naturalmente niente spoiler, ma ho ritrovato alcuni elementi assurdi che mi hanno vagamente ricordato le vicende che spesso descrive Zafòn nei suoi libri. So che si tratta di un paragone grandissimo, ma è stato come nei suoi libri in cui pare tutto normale e relativamente tranquillo e poi qualcosa o qualcuno sconvolge tutto da un momento all’altro.

Dedica dell’autore:

Per chi dopo aver letto questa recensione avrà voglia di provare a entrare nello sguardo della volpe, non posso che augurare di perdersi, perché chi si perde tra le parole trova la strada che non sa di star cercando.

Paolo

Biografia dell’autore

Paolo Palladino è nato nel 1997 a Roma, dove si è laureato in Scienze politiche e Relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Roma Tre. Già fondatore del blog La disillusione, scrive di libri su diversi blog online. Amante del caffè al punto tale da dilettarsi come barista. Per Edizioni Efesto ha già pubblicato la raccolta di poesie L’amore è uno stato d’alcol (2021). Nello sguardo della volpe è il suo primo romanzo.

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“Nello sguardo della volpe” di Paolo Palladino, edizioni Efesto. La Biblioteca di Laris.

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Mi chiamo Lara, ho 22 anni. Amo leggere e scrivere. Scrivo recensioni per il puro piacere di farlo e per condividere con chi mi legge le emozioni che i libri sanno trasmettere. Qui di seguito trovate il link della mia pagina Instagram dedicata per l'appunto a questa mia passione: https://instagram.com/la.biblioteca.di.laris?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D

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