Libri e Spritz: Il Festival del Libro Arriva a Villa Lazzaroni
La calda estate romana si anima con un evento culturale che promette di diventare un punto di riferimento per gli amanti della lettura: il festival “Libri & Spritz”, organizzato dall’associazione Community C.A.S.A., approda quest’anno a Villa Lazzaroni. Dopo il successo della prima edizione, tenutasi nell’estate del 2022 a Largo Ravizza, Monteverde, il festival si trasferisce in una nuova location, pronta ad accogliere appassionati di libri e cultura.
L’appuntamento
La manifestazione, iniziata il 3 luglio, proseguirà fino all’11 settembre, tutti i mercoledì alle 18:30. In un’atmosfera rilassata e conviviale, autori e autrici presentano le loro opere, stimolando il dialogo su tematiche significative e promuovendo la cultura come strumento di confronto intergenerazionale. L’obiettivo è chiaro: arricchire il desiderio di conoscenza e combattere la solitudine, fenomeno particolarmente diffuso tra gli abitanti delle grandi città, specialmente tra gli anziani durante l’estate.
“Libri & Spritz” nasce con l’intento di facilitare l’incontro e la relazione tra cittadini, rilanciando la lettura e la cultura come pilastri fondamentali di consapevolezza e civiltà. Quest’anno, il festival trova una nuova sinergia con l’arena estiva del Cinevillage, creando un evento multidisciplinare capace di portare arte e bellezza al centro della vita del quartiere. Villa Lazzaroni diventa così uno spazio accessibile a tutti, dove giovani e meno giovani possono incontrarsi, dialogare e partecipare attivamente alla vita culturale del territorio.
Il prossimo appuntamento è per mercoledì 17 luglio, con la partecipazione di Marco Proietti Mancini con il suo “Io sono Hotel Garibaldi” (Ensemble) e Chiara Esposito che debutta con “Lettere a chi se ne va” (Castelvecchi).
Di seguito le schede dei loro libri.
“Io sono hotel Garibaldi” di Marco Proietti Mancini
A Napoli, il Garibaldi è un hotel di lusso. Ai piani nobili pernottano i viaggiatori benestanti e all’ultimo piano i più ricchi vivono per anni in appartamenti affacciati sul golfo, con vista sul Vesuvio e su Capri. Ma è nel sottotetto che si trova il vero cuore pulsante dell’hotel Garibaldi; lì vive il personale di servizio, tutti quelli che non hanno una famiglia, una casa dove tornare quando terminano il turno di lavoro. Una parte di Napoli che vive sopra la città.
È in quel sottotetto che nasce Otello, figlio di una delle cameriere e di chissà quale ospite occasionale. Il nome gliel’ha dato la madre, affascinata dalla figura del Moro shakespeariano. Otello, in quel bellissimo palazzo pieno di marmi, manterrà tra sé e la Napoli di fuori l’invalicabile distanza delle sue mura. Lì dentro, tra quei corridoi lunghi che a correrci sembra di non arrivare mai alla fine, un mondo di spazi segreti che solo lui conosce, sarà destinato a un’esistenza nascosta e straordinaria, mentre il Novecento scorre con le sue vicende storiche. Il Garibaldi sarà per Otello tutta la vita, nome e casa, rifugio dai bombardamenti, scenario di panorami e di suoni che arrivano dalla città, teatro di amicizie e di amori, terrazza romantica sul Tirreno, sarà tutto il suo mondo in un mondo solo suo.
In un romanzo in cui le atmosfere si coagulano in fotogrammi preziosi degni dell’arte cinematografica di Scola o dei fratelli Taviani, Marco Proietti Mancini racconta con garbo e grazia un pezzo di storia italiana attraverso la formazione straordinaria di un ragazzino napoletano.
“Lettere a chi se ne va” di Chiara Esposito
Ci sono mari, ospedali e strade a dividere. E aeroporti, stazioni e spiagge dove fermarsi e radunare le parole migliori per salutare chi se ne va. Giri di boa e caselli da attraversare per sancire un addio. Perché non c’è nulla che possa salvarci di più che lasciar andare quegli affetti consunti dal tempo e inquinati da aspettative irreali. Non c’è nulla che possa restituirci la parte più autentica di noi se non la consapevolezza che trattenere quella mano, e troppe speranze, significherà farci perdere persino noi stessi. Che non sia nell’addio che si rimane più stabilmente insieme?
I destinatari di questi racconti-lettere se ne stanno andando o, almeno, minacciano di farlo. È una corrispondenza nella quale ogni voce fa i conti con le proprie manchevolezze. Le parole che trovano la strada per emergere ripercorrono storie di amore e di sesso, di fughe e di perdite, di rapporti incrinati da paure e silenzi tra amanti ma non solo, anche tra genitori e figli, tra fratelli e tra amici. Milano, Roma, Giove, Berlino e l’Inghilterra: le traiettorie disegnate da quello che sembra più uno spostarsi inquieto che la possibilità di raggiungere orizzonti nuovi. È un mondo friabile sempre a un passo da una caduta rovinosa quello costruito da Chiara Esposito con una lingua commovente e precisa. Un universo che si accartoccia e si involve, striscia ma poi finalmente s’invola.