Interviste

Interviste agli autori: Emanuela Carniti [Video]

L’ intervista alla scrittrice Emanuela Carniti, autrice del libro “Alda Merini, mia madre” edito dalla casa editrice Manni Editore.

Sinossi del libro “Alda Merini, mia madre” di Emanuela Carniti

Alda Merini è la poetessa più celebre, amata e popolare del Novecento italiano. Uno dei motivi del suo grande successo risiede certo nel racconto di sé e della propria vicenda biografica che metteva nei suoi versi. Una vita, la sua, eccezionale e unica, intensa, appassionante e appassionata: il precoce talento letterario e la frequentazione fin da ragazzina di intellettuali e premi Nobel (da Giorgio Manganelli a Salvatore Quasimodo a Pier Paolo Pasolini), la malattia mentale – che all’epoca si curava con gli elettroshock – e i vari ricoveri negli ospedali psichiatrici, i grandi amori e la passione costante per gli uomini, il successo, anche televisivo, arrivato quando era anziana, la vita di quartiere sui Navigli… Alda ha raccontato la sua storia nelle poesie, e in interviste, ma spesso con una rievocazione fantastica della memoria, così da lasciare spazio a biografie approssimative e inattendibili. Per la prima volta, in questo libro, la figlia Emanuela, nata quando Alda aveva 24 anni e che le ha fatto un po’ da mamma, unica tra le 4 figlie a non essere data in affido e ad essere rimasta in casa con i genitori fino ai 20 anni, ricostruisce la vita della madre. E lo fa con grande amore e lucidità. Ne viene fuori un ritratto franco, ben più complesso di quello che era finora noto: l’infanzia nel dopoguerra, il forte attaccamento al padre, il desiderio dei ricoveri che, nonostante tutto, la “curavano”, la difficoltà ad adattarsi alla vita di moglie e di madre, la generosità, il narcisismo, le eccentricità. Il libro contiene un inserto di foto di famiglia.

 

Intervista a Emanuela Carniti

Giovanni Maria Scupola

Scrittore, blogger e nurse-reporter. Laurea in Infermieristica e Laurea Specialistica, Master in Management e Coordinamento. Vive a Lecce. Ama i libri ed i viaggi. Il suo motto è: “Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”.

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