Un libro tra le mani

“Affari di libri” di Mariagloria Fontana, recensione: Un libro tra le mani.

AFFARI DI LIBRI, di Mariagloria Fontana.

Non sono solita leggere questo tipo di libri, prediligo la narrativa in tutte le sue sfaccettature, ma devo ammettere che “Affari di libri” è stata proprio una bella esperienza: una finestra aperta sulla letteratura, su cosa sia la letteratura dalla prospettiva di chi la fa, un ponte tra lo scrittore e il lettore, un faro che mette in luce l’artista, ma che non può fare a meno di illuminare anche piccoli angoli di vita privata.

10 interviste a 5 scrittori e 5 scrittrici italiane.

Teresa Ciabatti
Roberto Cotroneo
Viola Di Grado
Chiara Gamberale
Lisa Ginzburg
Marco Missiroli
Andrea Pomella
Luca Ricci
Nadia Terranova
Emanuele Trevi

La scelta degli autori pare che non sia stata casuale, ma che l’autrice abbia voluto proprio loro in quanto tutti, chi per un motivo chi per un altro, possiedono un background personale complesso, tale da portarli ad usare la scrittura come mezzo per comprendere il mondo circostante e soprattutto se stessi.
Uomini e donne dietro il loro essere scrittori e scrittrici.
I loro pensieri, le emozioni, le fragilità, le paure, le ossessioni…

La scrittura e l’influenza del privato 

Le domande poste vertono principalmente sul tema della scrittura… sul perché, come, quando e quanto scrivono.
Su chi sarebbero stati “senza” questa possibilità di filtrare la loro realtà attraverso le parole.
Su quanto il personale, i legami affettivi, i disagi vissuti, abbiano influenzato le loro opere.

Ne viene fuori un quadro piuttosto articolato, seppur con delle similitudini.
C’è chi scrive in maniera regolare, cascasse il mondo, seduto alla scrivania, dalle 8:00 alle 12:00, come fosse un impiegato della Letteratura, qualcuno addirittura imponendosi di non superare le tre pagine al giorno, chi scrive dove capita, seduto al tavolino di un bar, in ospedale, al cimitero o in mezzo alla gente, durante una festa, incurante dei rumori, chi invece necessità del silenzio assoluto… sembra però che tutti non amino scrivere la sera o la notte, facendo cadere un po’ il mito dello scrittore tormentato che non dorme e butta giù pagine e pagine pur di allontanare i propri demoni.

Tutti però sono concordi nell’affermare che in realtà uno scrittore scrive sempre, anche quando non scrive.
E c’è anche chi afferma che si scrive “perché sennò si muore” (Viola Di Grado).

La persona dietro il libro 

Ci sono autori più propensi a “raccontarsi“, a raccontarci le proprie fragilità perché è proprio da lì che nasce il loro bisogno di scrivere, come per la Ciabatti, Pomella, Viola Di Grado e la Gamberale.
Tutti e quattro impegnati a convivere con la depressione… e tutti e quattro immersi in una scrittura che consenta loro di scendere dentro se stessi.

Anche Nadia Terranova è piuttosto generosa nel parlarci del suo privato, per esempio su quanto sia stato difficile venire a patti con la figura paterna.

C’è chi, invece, è bravissimo a glissare sulle domande più personali, riuscendo a virare le risposte su argomenti più “alti“, più letterari, come Luca Ricci e Roberto Cotroneo.

In generale credo che la scrittura protegga lo scrittore dalla sua situazione emotiva contingente.
[…]Smettiamo di subire la vita e la trasformiamo in letteratura.
La vita fotte noi e la letteratura fotte la vita.” (Luca Ricci)

Scriviamo di ciò che non capiamo, che ci ha recato offesa (e l’offesa più grande resta la paura di vivere)“(Luca Ricci)

Ma nessuno di loro nega che il vissuto personale entra sempre nella scrittura, poi ognuno lo rielabora, chi in forma autobiografica (come Pomella o Ciabatti), chi sottoforma di invenzione.
E la riprova di tutto questo (ed anche ciò che più mi ha colpito leggendo queste interviste), è stato il riconoscere, da parte mia, la voce di ogni autore.

Ho capito che scrivere aiuta a stare al mondo, a trovare un equilibrio… ma tutto questo è possibile solo quando, e se, si riesce a trovare la “propria voce” (Pomella), perché la scrittura non si insegna, bisogna solo entrare in contatto con qualcosa che è dentro, sepolto da qualche parte, ma che già si possiede (Missiroli).
Ed io sono riuscita a “sentire“, per ognuno di loro, esattamente la voce che sento quando leggo i loro libri.
Perché gli scrittori scrivono sempre, anche quando parlano.

 

“Affari di libri” di Mariagloria Fontana, Giulio Perrone Editore . Un libro tra le mani.

 

Antonella Russi

Nata a Taranto, classe '76. Lettrice per passione, da sempre.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio