I libri di Riccardo

“Che razza di libro!” di Jason Mott: recensione libro

Che razza di recensione!

Oggi voglio fare una recensione terra terra, che più a terra non si può. Una di quelle recensioni da far dire “Che razza di recensione!” sia ad Harold Bloom, che mi seguiva con affetto da diversi anni, sia a D’Orrico, che non mi segue con affetto e rientra nella categoria “tu non mi piaci nemmeno un poco e grazie al cielo io non piaccio a te”.

Loro inizierebbero col dirvi che questo libro ha vinto il National Book Award 2021, il National per gli amici, e che tratta la questione razziale, io invece vi dico che è la storia di Nerofumo, il bambino con la pelle più nera che possiate immaginare, di un nero così nero da essere in grado di mangiarsi tutta la luce che passa il convento.

Un nero meraviglioso.
Un nero assoluto.

Inciso… chi pensa che le mie recensioni sono troppo lunghe può saltare l’inciso e andare direttamente al “Bellissimo!” finale, grande classico di D’Orrico, meno di Harold Bloom.

Allora, l’inciso è questo: stavo guardando in rete le reazioni, di stupore e di incontenibile gioia, delle sorelline di Nerofumo quando scoprono che la nuova Sirenetta Disney ha la pelle scura, She is black!, una delle indicazioni più efficaci per comprendere il peso specifico che la questione razziale ha ancora nel paese di Mott, nonostante le reiterate assegnazioni dei National a scrittrici e scrittori afroamericani. Naturalmente, voglio tranquillizzare quelli che, non qui ma altrove, mi faranno notare la ventina di produzioni Disney con protagoniste di etnie differenti e accantono le motivazioni che hanno spinto, e uso spinto con precisione lessicale, il colosso statunitense a fare queste scelte… siamo tutti adulti e quasi tutti vaccinati, ma questo, ovviamente, non cancella né la gioia delle sorelline di Nerofumo né il dolore che quella gioia sottende.

Chiuso l’inciso, è importante garantirvi che questo libro straordinario rimane a leghe, o verste, di distanza da quello che il titolo originale, la sua geniale trasposizione italiana e il mio inciso potrebbero indurvi a pensare. E questo perché è un libro divertente, in cui il sorriso, e a volte proprio il riso, contendono ostinatamente l’osso narrativo all’impegno sociale. Perché il problema non è il fatto che moltissimi esseri umani siano pressoché invisibili, il problema è che a moltissimi esseri umani conviene essere invisibili per non scomparire, come ci narra uno degli incipit più sorprendenti degli ultimi anni. La scrittura di Mott è una scrittura straordinaria per efficacia, ma che si mantiene agile e scattante come uno scrittore che sfugge un marito furioso e s’infila nudo in ascensore.

Un romanzo fuori dagli schemi, eppure in grado di dare una scossa emotiva ai lettori. Di dare il senso, di dare la misura. Del dolore. Perché se il dolore, come dice Mott, rende egoisti, si potrebbe auspicare, o ci si potrebbe illudere, che la sua narrazione, specie quando è di questa caratura, ottenga l’effetto opposto e che magari sia in grado di sottrarre qualche corpo alla Paura per restituirlo al suo legittimo proprietario:

“Ci sono corpi che non sono di chi li abita. Non lo sono mai stati e non lo saranno mai. Una verità persistente, inevitabile, spaventosa, conosciuta da milioni di corpi sfollati.”

Ah, dimenticavo:
Bellissimo!

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“Che razza di libro!” di Jason Mott, edizioni NN Editore. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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