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“Bonaccia” di Paolo Palladino: recensione libro

Bonaccia- Paolo Palladino

“Le cose succedono, bisogna solo essere sempre recettivi alle novità e pronti al cambiamento. Questo poi non vuol dire che non serva nuotare, ma significa che tra una nuotata e l’altra fa bene fermarsi a fare il morto a galla, respirare e sentire il mare respirare.” -Bonaccia

Citazioni che più ho apprezzato del libro:

-“La visualizzazione è una gran cosa, non devi averne paura. Il cervello non ricorda l’evento in sé, ma ricorda l’ultima volta che l’hai pensato, come una sorta di ripasso. Quindi se prendi un evento doloroso della tua vita e lo distruggi, la volta successiva quel ricordo avrà una sorta di filtro, e se quel filtro lo rafforzi, il ricordo pian piano svanisce.”

-“Non si chiede a una donna la sua età, a un uomo il suo stipendio, a una studentessa dei suoi esami e a me del mio umore. Sono domande da maleducati.”

-“Si vive bene anche senza amore. Alla fine non è altro che una serie di ormoni dopanti che prendono il sopravvento sul tuo sistema nervoso. A livello di chimica del cervello l’amore e il disturbo ossessivo compulsivo sono indistinguibili.”

-“Non capita di leggere le cose, si sceglie di leggere. O si viene scelti dal libro… Ma in ogni caso, non “capita”.”

-“L’inizio di una relazione è come il trapianto di un organo. Un trapianto di cuore, se ci vogliamo attenere alle rappresentazioni classiche. Se l’organo è composto di tessuti non compatibili, il nostro organismo lo rigetta, anche se tu, razionalmente, è ovvio che lo vorresti tenere. A volte, se l’incompatibilità è poca, si può intervenire tempestivamente per far comunque accettare l’organo all’organismo, ma è comunque un rischio. Se invece quell’organo è perfettamente compatibile con noi, il nostro organismo non ci pensa proprio a muovere anche un solo anticorpo.”

-“I pensieri possono essere modificati e abbelliti nel passaggio tra mente e l’esterno, ma i ricordi, se si vuole essere fedeli, quelli sono, e quelli restano.”

-“Le persone sanno essere poetiche, quando sono ubriache. Nei momenti in cui non sono offensive, ovviamente.”

-“Provare a dormire quando non si ha sonno, però, è come una partita a poker: ti logora i nervi anche se non scommetti nulla.”

-“Il sonno è come l’amore, e come tale arriva solo quando non ci stai pensando.”

-“Questo autosabotaggio si manifestò nella maniera più infida possibile: quella condizione in cui non si sta male, però neanche bene. Un cocktail letale di stanchezza, spossatezza, lieve influenza e soprattutto incoscienza, che porta ogni volta a sottovalutare i primi sintomi e a continuare a vivere come se nulla fosse, guidando a velocità spedita il proprio corpo, ignorando la spia della riserva che brucia di rosso fuoco.”

-“Perché si fa fatica per costruire i ponti sotto cui far passare tutta quell’acqua, che a raccontarla di nuovo si ha paura che vengano giù.”

-“Ogni uomo buono ha le proprie piccole repulsioni manifeste. Sono le persone senza scrupoli a saper fingere di apprezzare tutto.”

-“Perché la vita è ciò che accade quando non ci stai pensando.”

-“Tutta questa fretta di scoprire cosa riserva il futuro, a cosa serve? Tanto il futuro arriva.”

Trama di “Bonaccia”

Una nave in bonaccia è ferma: essa è in balia dell’assenza di vento che le impedisce di proseguire il proprio percorso. Il vento è completamente assente anche nell’estate di Nicolò: l’estate che fa da spartiacque tra ciò che egli è stato e ciò che sarà. In una cittadina sul mare, assolata e immobile, Nicolò trascorre tre mesi nella casa dei cugini Stefano e Alice. La calma innaturale dell’orizzonte del ragazzo viene scossa da due grandi onde: da una parte un amore folle e travolgente, dall’altra il contatto improvviso e inspiegabile con la morte. Nel mare piatto che fa da cornice a una burrasca interiore, Nicolò dovrà imparare che, più di ogni altra cosa, è fondamentale riuscire a stare a galla.

“Bonaccia” di Paolo Palladino: recensione libro

“Bonaccia” è, secondo me, un libro che tutti i giovani dovrebbero leggere, questo perché nella sua semplicità si ritrova ad affrontare temi estremamente importanti ed attuali che sono spesso alla base dei pensieri e delle preoccupazioni di moltissimi ragazzi e ragazze. I temi affrontati sono molteplici, anche se certe volte l’autore ne cita alcuni solamente in modo ironico e veloce senza effettuare un’analisi di tipo politico o sociologico; questo viene fatto in modo molto intelligente per far porre l’attenzione al lettore su quel determinato problema, mantenendo però al tempo stesso quella che è la narrazione principale. Trattandosi di temi estremamente importanti e profondi mi piacerebbe però stilare con voi una lista veloce di alcuni di questi:

  • Il primo tema che ci troviamo ad analizzare è quello della gentrificazione con la quale Nicolò, il protagonista di questa storia, si interfaccia prima di partire per la sua vacanza estiva. La gentrificazione è infatti un problema sempre più presente nelle città italiane e in quelle di tutto il mondo, in cui gli standard di determinati luoghi stanno venendo completamente ribaltati, risultando estremamente insostenibili per coloro che avevano sempre vissuto attivamente quelle zone. Tale argomento viene inserito nel romanzo con una semplicissima osservazione del protagonista che mi piacerebbe riportare qui per rendere più chiaro ciò di cui sto parlando: l’assenza di panchine e posti a sedere gratuiti all’interno della stazione. Ebbene sì, ormai nelle stazioni (almeno nella maggior parte) non esistono più le sale di attesa o le normali sedute sparse qua e là. Coloro che devono attendere un treno, talvolta anche per ore, sono costretti a stare in piedi, adottare le valigie come sedute o entrare in un bar effettuando una consumazione, spesso e volentieri obbligatoria, per sedersi. “Bonaccia” ci offre quindi un velato sguardo critico a riguardo e da studentessa pendolare, che visualizza giornalmente questa situazione, posso dirvi di aver veramente apprezzato.
  • Viene poi presentato ai lettori, che intrattiene un’illuminante conversazione con il nostro protagonista, un clochard. L’autore non vuole effettivamente aprire l’argomento riguardante i clochard e le loro condizioni, ma vuole mostrarci unicamente il lato umano della situazione. Vuole darci il coraggio di affrontare conversazioni con queste persone, laddove risulti possibile, e vuole farci intendere quanto effettivamente queste abbiano semplicemente bisogno di scambiare qualche chiacchiera. Il clochard in questione si chiama Renard e nella mia vita ho conosciuto un uomo molto simile a lui, questo libro me lo ha ricordato scaldandomi il cuore.
  • L’autore parla poi dell’attuale generazione e del futuro di ogni giovane, che sia studente universitario oppure no, “Siamo tutti sulla stessa barca tra paura ed incertezze” cita ad un certo punto. Il ragionamento a riguardo viene espresso meravigliosamente attraverso la spiegazione di un sogno e attraverso delle meravigliose metafore che vi consiglio vivamente di leggere, non sarei brava a spiegarvele estrapolandole dalla narrazione.
  • Ancora poi viene posto uno sguardo critico sulle questioni del lavoro e delle pensioni con riferimenti a quelle che sono stanchezza fisica e mentale sia degli attuali che dei prossimi lavoratori.
  • Si affronta poi il tema della morte con la difficoltà che si ha nel ricevere una notizia, assimilarla, accettarla, arrendersi alla realtà e abituarsi ad essa. È un tema che mi sta profondamente a cuore in quest’ultimo periodo e ho amato il modo in cui l’autore sia riuscito a trasmettere su carta emozioni tanto difficili e delicate riuscendo a dare conforto al lettore.
  • E poi vorrei citare un ultimo tema che, a parer mio, è stato trattato divinamente: la nostra utilità nella società e il riconoscimento che quest’ultima ha nei nostri confronti. Per quanto possa apparire un tema “pesante” o “lungo da spiegare” l’autore ha trovato una metafora meravigliosa per rendere il concetto semplice, diretto e… indimenticabile. Posso dirvi solo che paragona l’essere umano ad un plancton, ma non vi dirò altro perché voglio far crescere la vostra curiosità (nel caso andate a leggere da pagina 150).

Questo libro ha un concept estremamente moderno che ho visto solo 1 o 2 volte fino ad ora, mi spiego meglio: ogni capitolo del libro si apre con una frase proveniente da una canzone, un po’ per far entrare il lettore nel mood del capitolo per intenderci, e questo mi ha ricordato molto un libro che lessi anni fa di Antonio Dikele Distefano. Ho trovato quest’idea estremamente in linea con lo stile della narrazione e ritrovare all’interno canzoni moderne è stato davvero simpatico. (Hey, alla fine di questa recensione troverete la “Playlist del libro” con i link delle canzoni principali).

Comunque, avrei preferito leggere questo libro distesa sulla spiaggia sotto il sole cocente e con le voci dei bagnanti e del mare in sottofondo, ma sono certa che sfrutterò l’occasione in futuro, anche perché lo ritengo un perfetto libro da “sotto l’ombrellone”: profondo, scorrevole e a tratti divertente ed ironico… ah oltre ad essere ambientato in una località di mare e durante le vacanze estive!. Questo libro, oltre a farmi ragionare su tutti i temi che vi ho precedentemente elencato, mi ha anche donato una sorta di tranquillità mentale creando nella mia mente un cosiddetto “core memories” su cui non mi ero mai davvero concentrata: siamo sempre in fibrillazione e in piena corsa tra le cose successe e quelle che succederanno senza mai concederci un attimo di stop. L’autore però ci fa fermare a ragionare su questo, ci insegna delicatamente a fare il morto a galla, ci sorregge all’inizio e poi ci lascia andare, posizionandoci le orecchie al di sotto della superficie dell’acqua spiegandoci in poche parole che: fa bene correre e stare al passo con la propria vita e i propri obiettivi, ma ogni tanto fa ugualmente bene fermarsi, ascoltare ciò che ci circonda e rimanere per un po’ immobili in balia della corrente. Quindi ecco, in un periodo estremamente buio e complesso della mia vita, questo libro mi ha insegnato a chiudere gli occhi e immaginarmi mentre faccio il morto a galla (lo abbiamo fatto tutti almeno una volta no?), ascoltando unicamente il respiro del mare che mi circonda e mettendo uno stop momentaneo ai miei pensieri, alle mie paure e al tempo che passa.

P.S. Sfortunatamente non posso non far presente che nel libro sono presenti diversi errori di stampa, ma in ogni caso nessuno di questi ha mai intaccato né la mia lettura né il messaggio che il libro voleva effettivamente trasmettere.

Biografia dell’autore

Paolo Palladino è nato nel 1997 a Roma, dove si è laureato in Scienze politiche e Relazioni internazionali presso l’Università degli studi di Roma Tre. Già fondatore del blog La disillusione, scrive di libri su diversi blog online. Amante del caffè al punto tale da dilettarsi come barista. Per Edizioni Efesto ha già pubblicato la raccolta di poesie L’amore è uno stato d’alcol (2021). Nello sguardo della volpe è il suo primo romanzo.

Playlist del libro

Tutte le tracce musicali citate nel romanzo:

Tracce extra:

  • Testardo, Daniele Silvestri
  • Dynamite, BTS
  • Quello che le donne non dicono, Mannoia
  • Rose rosse, Massimo Ranieri
  • Me so’ mbriacato, Mannarino
  • “You’re on your own, kid”, Taylor Swift
  • Non amarmi, Alessandro Baldi
  • Triangolo, Renato Zero
  • Tanti auguri, Carrà
  • Vattene amore, Mietta e Minghi
  • Andromeda, Elodie
  • Don’t stop me now, Queen
  • Let it be, John Lennon
  • Una vita in vacanza, Lo Stato Sociale
  • Someone like you, Adele
  • Gotta catch em all, Giorgio Vanni
  • La certa, Caparezza

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Mi chiamo Lara, ho 22 anni. Amo leggere e scrivere. Scrivo recensioni per il puro piacere di farlo e per condividere con chi mi legge le emozioni che i libri sanno trasmettere. Qui di seguito trovate il link della mia pagina Instagram dedicata per l'appunto a questa mia passione: https://instagram.com/la.biblioteca.di.laris?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D

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